Il caso è scoppiato dopo che le telecamere di Sky hanno inquadrato Rebic & co. nello spogliatoio. L’esempio del Real: multe di 3mila euro per chi usa lo smartphone prima e dopo i match
Sul Giornale la contestazione dei tifosi ai calciatori del Milan rei di usare il telefonino prima della partita contro il Napoli. Di pensare ad altro che non sia la partita, insomma. Che poi si è chiusa in un triste pareggio.
Tutto è nato, racconta Franco Ordine, dalle riprese di Sky nel prepartita, sabato sera. Nello spogliatoio del Milan, vengono inquadrati Rebic, Kesiè e Biglia seduti davanti agli armadietti, con gli occhi fissi sugli smartphone.
Che le immagini fossero autentiche e non registrate è confermato dal sottopancia. In sovrimpressione la classifica corretta, aggiornata con il successo della Juve sull’Atalanta.
La polemica è scattata subito. Tanto da costringere un portavoce del club a spiegare che
“probabilmente stavano guardando l’Atalanta”
ma ha anche ammesso che l’episodio non è stato gradito dal club, scrive Ordine, che “si farà sentire con gli interessati”.
Lo stesso Pioli del resto ha adottato nuove regole, come l’abolizione del ritiro prepartita e il divieto di usare i cellulari a tavola.
«Perché altrimenti qui passerebbero tutto il tempo per conto loro, in camera, a consultare telefono o tablet».
Stessa strategia utilizzata negli anni Novanta da Fabio Capello, ricorda Ordine, che a inizio campionato vietà l’uso dei cellulari a tavola e nel trasferimento in pullman da Carnago a San Siro.
“Certo, aveva dietro una società molto influente e forse c’era anche, alle sue dipendenze, una generazione non ancora così condizionata dalla tecnologia e dai social che sono diventati i veri protagonisti di questi ultimi anni”.
Un esempio viene dal Real Madrid, dove c’è un accordo para-sindacale:
“i calciatori del mitico Real scoperti a usare lo smartphone prima e subito dopo la partita vanno incontro a multe, non esagerate, 3mila euro, che non fanno da deterrente per calciatori milionari ma danno il senso delle regole della real casa”.
Rebic e soci, scrive Ordine,
“”beccati” dalle telecamere di Sky sapevano perfettamente d’essere inquadrati e non hanno fatto una piega perché hanno considerato quel gesto molto naturale. Ecco allora il punto: come si fa a mettere al bando, in uno spogliatoio, prima di una sfida, l’uso dello smartphone? Forse è una guerra persa ma senza regole c’è solo quel che sempre Pioli raccontò del suo gruppo qualche tempo fa: «Che vincano o perdano, hanno lo stesso atteggiamento»”.