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Ziliani: la denuncia dei brogli per Micciché è solo l’assaggio dell’asse Mediapro (anti-Sky) Lotito-Preziosi

Oggi c’è l’assemblea dei presidenti. E i “peones”, dopo aver indebolito il fronte guidato da Agnelli (che rischia una squalifica), punta al bersaglio grosso

Ziliani: la denuncia dei brogli per Micciché è solo l’assaggio dell’asse Mediapro (anti-Sky) Lotito-Preziosi

 

“Nel baraccone del calcio italico gli imbrogli sono ormai all’ordine del giorno”

Esordisce così Paolo Ziliani sul Fatto Quotidiano, nel commentare quanto sta accadendo con l’inchiesta aperta sull’elezione di Micciché a presidente di Lega.

Un’elezione avvenuta, come sembra, “nella più totale illegalità” che lascia presupporre che il Commissario finirà per essere commissariato.

Il giorno dell’elezione, il 19 maggio 2018, il presidente del Coni Giovanni Malagò era Commissario di Lega. Adesso rischia il commissariamento del Coni e anche di perdere la poltrona su cui siede da sei anni. Micciché rischia di essere dichiarato decaduto. Sul presidente della Juventus, Agnelli, e su Mauro Baldissoni, vice presidente della Roma, pende il rischio di una squalifica.

Ziliani ha già scritto in passato dell’elezione farsa e delle responsabilità di Malagò, Agnelli e Baldissoni.

“Come forse non tutti sanno, Micciché, proposto ai club da Malagò, era ed è ancora presidente di quella Banca Imi che ha come debitori molti presidenti ed era ed è ancora membro del cda di Rcs (leggi Urbano Cairo, presidente del Torino). Essendo il conflitto di interessi di evidenza lampante, a norma di statuto avrebbe dovuto essere eletto non a maggioranza ma all’unanimità”.

Invece non andò così, come oggi sappiamo.

Ora i “peones della Serie A”, ovvero Lotito, Preziosi e company, hanno denunciato l’irregolarità alla Procura Figc. Il primo ad essere interrogato da Pecoraro sarà il presidente del Genoa Preziosi, poi toccherà a Malagò.

Ziliani si domanda che nome avesse indicato Preziosi come possibile eletto. Sicuramente non Micciché,

“e in ogni caso, un solo biglietto senza quel nome avrebbe reso impossibile la nomina del sodale di Cairo a presidente”.

Pecoraro ha chiesto di ascoltare i file audio dell’assemblea e chiederà di togliere il sigillo al plico dei voti per verificare che il nome di Micciché compaia su tutti e 20 i biglietti.

“Non fosse così, il castello di sabbia crollerebbe miseramente”.

Oggi ci sarà l’assemblea dei presidenti per decidere sull’offerta Mediapro per i diritti tv, che, scrive Ziliani, è il vero motivo del contendere.

“Sarà guerra senza esclusione di colpi tra i filo–Sky (Agnelli) e i filo–Mediapro (Lotito). Col golpe–Miccichè, il coltello dalla parte del manico sembrano averlo ora i peones. Chi vivrà, vedrà”.

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