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Ziliani: l’elezione di Micciché fu pilotata da Malagò e imposta da Agnelli e Baldissoni

Sul Fatto Quotidiano scrive della irregolarità dell’elezione del presidente di Lega Serie A. Che razza di Circo è diventato il calcio (e lo sport) italiano?

Ziliani: l’elezione di Micciché fu pilotata da Malagò e imposta da Agnelli e Baldissoni

Sul Fatto Quotidiano, Paolo Ziliani scrive dell’irregolarità dell’elezione di Gaetano Miccichè a presidente della Lega Serie A. Un caso su cui la Figc ha aperto un’inchiesta e che adesso mette Miccichè a rischio di decadenza e anche il presidente del Coni Malagò a rischio squalifica. Era Malagò, infatti, a presiedere l’assemblea dell’elezione.

E’ ormai guerra tra le due bande dei presidenti di Serie A, scrive Ziliani, ovvero tra i “Topi di Campagna” capeggiati da Lotito e Preziosi da un lato e, dall’altro, i “Topi di Città” capitanati da Agnelli e Cairo e supportati da Malagò.

I primi chiedono l’annullamento dell’elezione di Miccichè,

“che fu pilotata da Malagò e imposta dalle pressioni prima di Agnelli e poi del dirigente della Roma (“Topi di Città”) Baldissoni”.

Una guerra che avrà l’atto finale nella vendita dei diritti-tv per il triennio 2021-2024: i Topi di Campagna vorrebbero che fossero venduti a Mediapro, mentre quelli di Città preferirebbero Sky.

Ziliani ricostruisce l’elezione del 19 marzo 2018, presieduta da Malagò. Miccichè ha fatto sapere che accetterà la carica solo in caso di totale unanimità.

“Come si legge nel verbale dell’assemblea, al termine della discussione Andrea Agnelli “propone di procedere all’elezione per acclamazione”.

Una circostanza strana visto che lo Statuto prevede che la votazione debba tenersi a scrutinio segreto. Infatti, continua Ziliani,

“nonostante Malagò si sia affrettato a dare il suo ok alla proposta, il presidente dei revisori Simonelli e il presidente dell’ufficio legislativo, oltre che giudice sportivo, Mastrandrea, si oppongono”.

Finite le votazioni, prende però la parola il dg della Roma Baldissoni, amico di Malagò

“che a sorpresa rilancia la proposta di voto per acclamazione librando al cielo il suo “hurrà Miccichè”. La claque dei Topi di Città si accoda e Malagò è sveltissimo a cogliere la palla al balzo proclamando “eletto per acclamazione” Miccichè”.

Malagò ordina che i voti depositati nell’urna non siano scrutinati

“ma piombati in un plico, sigillati e chiusi nella cassaforte della Lega. Cronaca vera, non barzelletta”.

Da qui l’interrogativo di Ziliani:

“Come può Miccichè, che fa ancora parte del Cda della Rcs di Cairo (Topi di Città) da lui supportato come Banca IMI nella scalata a Via Solferino, a non avvertire il grave conflitto d’interessi? Ed è normale che Miccichè, presidente di Banca Imi, rappresenti i presidenti di Serie A molti dei quali debitori di Banca Imi? Che razza di Circo è diventato il calcio (e lo sport) italiano? Il disprezzo delle regole è ormai il Primo Comandamento. E diciamolo, facciamo ridere i polli. Miccichè. Malagò. Ohibò”.

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