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Rocco Sabelli: “I soldi ci sono e vanno spesi bene”

L’ad di Sport e Salute intervistato da Repubblica: “La scommessa è quella di fare una Finanziaria dello sport italiano. L’educazione al movimento è un diritto e una risposta a emergenze sociali e sanitarie”

Rocco Sabelli: “I soldi ci sono e vanno spesi bene”

Repubblica intervista Rocco Sabelli, ad di Sport e Salute. Colui che ha in tasca il portafogli dello sport italiano, che deve spendere i soldi, che, dice, “sono tanti e vanno spesi bene”.

“Dobbiamo liberare risorse. Ho studiato i bilanci delle federazioni: il 33% dei soldi è destinato alle spese generali, solo il 67 alle attività. C’è una voragine fra i procuratori milionari che pescano fino ai ragazzini e le povertà della base. E invece l’educazione al movimento è un diritto, è una risposta a emergenze sociali e sanitarie”.

In programma ci sono vari progetti pilota, a partire da quello che destina 7 milioni per lo sport gratuito per giovani a basso reddito e over 64 e, per le scuole, un progetto per le quarte e le quinte del ciclo elementare per cinquecentomila studenti, con 4000 tutor provenienti dalle facoltà di Scienze Motorie.

Sabelli dichiara di avere come compito

“spendere fino all’ultimo euro i 410 milioni che la legge ci assegna ogni anno. Soldi pubblici, sottolineo. Che potrebbero anche crescere e ci arrivano con un meccanismo preciso: sono il 32% delle tasse versate dal mondo dello sport, dalla Juventus fino alla più piccola delle società. I ricchi pesano e aiutano. Il conto totale a oggi è di circa 470 milioni. Abbiamo un piccolo tesoretto, 60 milioni di maggiori entrate. Soldi che andranno alle federazioni, alla scuola, alle periferie con criteri precisi e oggettivi, parametri e algoritmi”.

Occorre più metodo, spiega.

“La scommessa è quella di fare una Finanziaria dello sport italiano”.

Occorre semplificazione e trasparenza.

“Molte federazioni sono gelose dei loro dati. In termini numerici, i centri di aggregazione legati allo sport superano qualunque altro luogo di incontro collettivo. Mi batterò per creare un grande database dello sport italiano. Sarà più facile arrivare all’utente e alle sue esigenze, per capire dove e come pratica un disciplina, e che cosa cerca intorno a casa sua”.

Sabelli dichiara che sarà la struttura di cui è a capo a gestire tutti gli appalti per gli impianti.

“Che sono 56.000, secondo il nostro censimento. Dall’Olimpico di Roma in giù. Ci sono sul piatto 400 milioni per 4 anni. Sono soldi a fondo perduto per rigenerare strutture, la media di ogni intervento è di 350-400 mila euro. Solo l’8% della somma stanziata è stata spesa. Magari non per colpa nostra, ma per i tempi lunghi delle giunte comunali e della burocrazia. Assumeremo ingegneri e progettisti, anche questo lavoro verrà centralizzato”.

L’importante, dice, è che gli impianti siano

“senza problemi di accesso, abbiamo ancora campi senza spogliatoi per le donne, percorsi a ostacoli per i disabili. La strada è lunga”.

E i soldi risparmiati?

“Li reinvestiremo nello sport italiano”.

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