Le parole di Conte dopo Barcellona-Inter non resteranno senza un seguito. Molte società vogliono chiedere una revisione dei criteri del Var, poco utilizzato in Europa
Lo sfogo di Conte contro l’arbitraggio dello sloveno Skomina in Barcellona-Inter non resteranno un caso isolato, scrive Repubblica. L’Inter, pur intenzionata a non scontrarsi formalmente con l’Uefa, ha fatto arrivare sulla scrivania del presidente Ceferin il messaggio lanciato dal suo allenatore, la richiesta di rispetto reciproco.
Una mossa informale, scrive il quotidiano, che mira ad evitare altre “sensazioni sgradevoli” come le ha definite l’allenatore nerazzurro.
Un obiettivo che è condiviso da molte società e che è quello di rivedere i criteri del Var. La tecnologia, al momento, è utilizzato in Europa meno di quanto non sia utilizzato nella serie A.
L’idea di alcuni club europei è quella di presentare all’Eca presieduto da Agnelli una richiesta precisa, quella di garantire a ogni squadra una chiamata per tempo.
Se Skomina fosse ricorso al Var dell’olandese Makkelie probabilmente non avrebbe giudicato da rigore il contrasto tra Arthur e Sensi e sicuramente avrebbe cancellato i dubbi.
Conte si è lamentato dell’atteggiamento dell’arbitro e soprattutto di una certa permissività verso i giocatori del Barcellona.
L’ex arbitro Cesari ha analizzato le scene più discusse:
“nel primo tempo il labiale di Skomina, in italiano, mentre si avvicina a Conte: «Non ti sopporto più». Nel secondo, la mimica con cui indica all’allenatore il logo sulla manica sinistra della divisa arbitrale, con la scritta “respect”. Poi lo ammonirà”.
Le squadre italiane non hanno fortuna con gli arbitraggi, nelle coppe. E’ accaduto in Arsenal-Milan di Europa League nel 2017 e nella finale di Champions 2017 tra Juventus e Real Madrid.
Skomina, poi, ha due precedenti scabrosi. Nella semifinale di Champions del 2017, tra Roma e Liverpool, ignorò il fallo di mano di Alexander-Arnold. Nella partita tra Napoli e Liverpool, invece, risparmiò un rosso a Van Dijk per il fallo su Mertens.
