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Torna al cinema Gabriele Salvatores con un on the road per raccontare un padre e un figlio

Dopo un passaggio fruttuoso a Venezia 71, arriva nelle sale “Tutto il mio folle amore

Torna al cinema Gabriele Salvatores con un on the road per raccontare un padre e un figlio

Ritorna al cinema il regista Gabriele Salvatores dopo un passaggio fruttuoso a Venezia 71: “Tutto il mio folle amore” tratto da un soggetto di Fulvio Ervas che lo adatta cinematograficamente partendo dal suo libro “Se ti abbraccio non avere paura (Marcos y Marcos)”, film che gode della sceneggiatura di Umberto Contarello (e Sara Mosetti) con le musiche del fuoriclasse Mauro Pagani.

Vincent (Giulio Pranno) è un ragazzo sedicenne autistico che vive con la madre Elena (Valeria Golino) e con il padre adottivo Mario (Diego Abatantuono) che fa l’editore di narrativa. Questa famiglia vive tra centri di recupero, cavalli e nuotate e sembra avere un suo equilibrio emotivo. Ma un giorno nella loro vita entra Willy (Claudio Santamaria) il padre naturale di Vincent – che era fuggito dalla responsabilità della paternità – e che per vivere fa le cover di Domenico Modugno ed i concerti nei Paesi dei Balcani, che dopo un concerto cerca Vincent nella sua casa e viene allontanato da Elena e Mario. Ma Vincent fugge e si nasconde nella macchina di Willy.

Comincia così l’on the road del film – che poi era quello del libro – con questo nuovo rapporto che si disvela. Willy capisce i disturbi del figlio ed il figlio si apre al padre ricostruendosi come identità nell’affidamento ad una figura che gli è mancata. Mentre Elena e Mario inseguono i due tra Lungagnoni ubriachi e matrimoni rom – che fanno molto Fellini – padre e figlio volano nel vento di una moto. In Croazia i quattro si ricongiungono e Vincent – il nome deriva dalla canzone di Don Mclean che fu testimone dell’amore di Elena e Willy – che ha ricostruito il suo tessuto emotivo, sceglie di tornare a casa. E la casa che sceglie è quella de “La nuotatrice indolente”.

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