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Il Napoli va a sbattere sulla fortezza della Spal

Partita di grande generosità contro la Spal che ha giocato a tutta. Pagata cara la distrazione sul gol subito. Strepitosa parata di Ospina. Palo di Fabian e assedio finale. Sprecata la chance di recuperare due punti

Il Napoli va a sbattere sulla fortezza della Spal

Il Napoli va a sbattere sulla fortezza della Spal. Una battaglia che non si vedeva da un po’. La fortezza dei padroni di casa ha retto. Il Napoli non è riuscito a fare valere l’effetto Salisburgo. Aveva la chance per accorciare in campionato su Inter e Juventus ma ha dovuto fare i conti con la Spal di Semplici che ha giocato una gara di grande generosità. Hanno corse come i forsennati finché ne hanno avuta, poi si sono giustamente asserragliati davanti alla porta.

È finita 1-1. Lo aveva detto Carlo Ancelotti nella conferenza stampa post-partita di Salisburgo: «vedremo domenica se questa è stata la partita della svolta». Partita che ha assunto un’importanza particolare dopo i messi passi falsi di Juventus e Inter. Il risultato non è arrivato ma il Napoli è sempre stata con la testa nella partita, non è stata affatto la squadra molle criticata prima di Salisburgo. Ma non è bastato.

L’allenatore ha confermato la linea difensiva di Champions – in realtà è stato quasi obbligato dalle assenze -, ha lasciato risposare Fabian e Callejon, ha riproposto Elmas e in attacco ha puntato su Milik e Mertens.

La squadra di Ancelotti è andata in vantaggio dopo nove minuti, ancora Milik con un bel sinistro rasoterra da fuori area. È stata anche la risposta all’inizio veemente della Spal che ha colpito la traversa dopo tre minuti con Petagna su punizione.

Qui, però, il Napoli ha commesso l’errore più importante della partita. Si è distratto sull’azione di Strefezza sulla destra, al brevilineo è stato consentito il cross arretrato in area dove Kurtic è arrivato indisturbato e ha segnato un gol simile a quello del Bilbao al San Paolo. Su questa rete si dovrà ragionare. Nelle ultime giornate il Napoli stava costruendo la propria solidità sulla forza difensiva (dopo i 7 gol subiti nelle prime due giornate).

A questo punto il Napoli ho dovuto rifare la partita. Tempo ce n’era, 75 minuti. Ma quando si riesce a sbloccare queste partite, poi bisogna provare a condurle in porto facendo valere la maggiore esperienza e anche il maggiore tasso tecnico. Nel primo tempo è stato fischiato un rigore al napoli per fallo di mano di Vicari ma poi – dopo essere andato al Var – l’arbitro non l’ha concesso. Decisione che ci può stare.

Elmas ha deluso sulla destra. Mertens forse era un po’ stanco ma è stato giusto schierarlo dal primo minuto. Va ricordato che la Spal per sessanta minuti ha giocato una gara di grande intensità.

Il primo tempo non ha regalato occasioni. Nella ripresa, la Spal ha sfiorato il vantaggio. E c’è voluta una strepitosa parata di Ospina su colpo di testa di Vicari.

A questo punto, la partita è cambiata. Il Napoli ha progressivamente conquistato campo. È uscito Elmas, è entrato Fabian. Poi, fuori Mertens e dentro Llorente. L’altra sostituzione è legata all’infortunio di Malcuit – un colpo al ginocchio, speriamo non grave – rimpiazzato da Callejon.

Il Napoli ha fatto girare la palla più o meno rapidamente. Nell’azione più bella, al 74esimo, Insigne ha servito al centro, velo di Milik, e tiro di Fabian da fuori area che ha colpito il palo. Per loro, dietro, ha giocato molto bene Vicari.

L’assedio è proseguito, a conferma che fisicamente la squadra sta bene (non ha pagato alcuna stanchezza nel finale, anzi) ma il gol non è arrivato. Ci sono state un paio di chance: un cross rasoterra su cui nessuno si è fatto trovare pronto, e il colpo di testa di Llorente su un cross troppo teso di Milik. Ci sarebbe voluto il cross di Rivera a Prati nella finale di Coppa dei Campioni del 68. Milik è forte, ma non è Rivera.

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