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Crosetti: il lamento di Gasperini spiega perché non ha mai allenato una grande squadra

Su Repubblica analizza le partite del sabato. Nella Juve indizi di sarrismo e Pjanic che cresce. Il Napoli vince con un gioco un po’ scialbo. Il pregio ma anche il limite dell’Atalanta è l’allenatore

Crosetti: il lamento di Gasperini spiega perché non ha mai allenato una grande squadra

Del pallone, i giocatori della Juventus fanno quello che vogliono, scrive Maurizio Crosetti su Repubblica.

“sono come quei bambini che non mollano mai il pallone, è loro, gliel’ha comprato la mamma e se lo portano anche a dormire”.

Alle antiche qualità tecniche hanno aggiunto, con Sarri, “la ferocia di una pressione altissima”.

“Dal punto di vista tattico, si può sostenere che la Juventus sia una squadra ipertesa. La pressione alta porta l’avversario all’errore”

Più o meno ciò che è successo al Bologna.

Gli indizi del sarrismo, scrive Crosetti, diventano sempre più nitidi, come è chiaro che Pjanic sta diventando quasi come Pirlo nella sua epoca d’oro.

Adesso Sarri dovrà dimostrare che il sarrismo può procedere anche in Champions.

“È proprio in Europa che gli indizi di Sarri dovranno diventare prove, schiaccianti, per questo il masticatore di filtri è stato preso”.

Il finale di Juve-Bologna, però, non depone esattamente a favore dell’assoluta sicurezza bianconera, scrive Crosetti. E non lo fanno neppure i troppi errori di De Ligt. Il rigore ci poteva stare.

Il sabato di calcio è stato tutto fatto di palpitazioni.

Prima che il Napoli vincesse sul Bologna con una doppietta di Milik ma un “gioco un po’ stantio”, si era vista l’Atalanta prima schiacciare e poi svegliare la Lazio.

La squadra di Gasperini si è fatta rimontare tre gol nonostante fosse stata devastante fino a quel momento e sempre in anticipo, sui pallone e in corsa.

“è chiaro che nessuno si allena come l’Atalanta, che ha inoltre qualche giocatore di livello superiore, Gomez, Muriel, Ilicic. Ormai la si riconosce al volo per questo modo di calare la bellezza nella rapidità e la geometria nella corsa. Un modello nemmeno troppo italiano”.

Ma quello che è la principale virtù della squadra, cioè Gasperini, è anche il suo limite, scrive Crosetti.

“Quando si è messo a lamentarsi come l’ultimo dei provinciali per due rigori evidenti, si è capito perché in vita sua non abbia mai guidato una grande squadra (quell’Inter là non conta, era piccola)”.

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