La Lega di Serie A ha anticipato un’iniziativa per sensibilizzare le tifoserie sul tema e chiedere ad ogni club di “individuare un proprio calciatore che entrerà a far parte della Squadra contro il razzismo”

Alla fine nessuno pagherà per gli ululati contro Lukaku. Nessuno pagherà perché a Cagliari nessuno ha sentito e nessuno ha riportato nei referti della partita. Eppure ci sono tanto di video che circolano sui social e perfino sugli organi di informazione britannici che documentano l’episodio. Ma
il Codice di giustizia sportiva della Figc, all’articolo 28, punisce solo i cori di stampo razzista che «siano per dimensione e percezione reale del fenomeno, espressione di discriminazione
il che significa che allo stato attuale si dovrà essere fortunati se al Cagliari sarà commissionata una multa.
Ovviamente le soluzioni ci sono, basterebbe identificare i colpevoli e punirli, in modo tale da non aver sacrificato la massa per il comportamento di pochi. Le tecnologie necessarie per farlo oramai esistono e all’estero sono ampiamente utilizzate.
la Lega di Serie A ieri cavalcando i fatti della Sardegna Arena ha anticipato un’iniziativa per sensibilizzare le tifoserie sul tema e chiedere ad ogni club di “individuare un proprio calciatore che entrerà a far parte della Squadra contro il razzismo”.