Secondo le indiscrezioni, dagli interrogatori emerge maggiore apertura verso gli inquirenti dopo le dimissioni di Castellucci e gli arresti dei giorni scorsi
Due giorni di perquisizioni e sequestri nelle sedi romane di Atlantia ed Autostrade. Per due giorni, tra martedì mattina e mercoledì, la Guardia di Finanza ha scavato a fondo negli uffici, sequestrato documenti, interrogato testimoni. Ma stavolta qualcosa è cambiato rispetto alle volte precedenti.
Scrive Il Secolo XIX:
“Secondo fonti qualificate, dagli interrogatori emerge uno spirito di collaborazione maggiore rispetto alle fasi iniziali delle indagini”.
Insomma, c’è un’apertura alla collaborazione, un atteggiamento più collaborativo. A giocare in tal senso sono sia l’uscita di scena dell’ad di Atlantia, Giovanni Castellucci, che gli arresti e le misure interdittive per dirigenti e tecnici di Aspi e Spea, accusati di aver edulcorato i rapporti sulla sicurezza dei ponti Pecetti e Paolillo.
Le perquisizioni miravano a cercare nuovo materiale sul crollo del Morandi ma anche sui report ammorbiditi che sono oggetto dell’inchiesta nata dall’indagine sul viadotto crollato il 14 agosto di un anno fa.
Il Secolo scrive di aver provato a contattare Atlantia per avere una replica sulle perquisizioni, ma che la società ha preferito non commentare.