Nel mirino degli inquirenti infatti ci sono adesso i 5 milioni di italiani che risultano essersi abbonati ai servizi di trasmissione clandestina dei contenuti televisivi.

La maxi operazione contro la pirateria Tv che ha portato ieri a smantellare un circuito clandestino in attività dal 2015, che alimentava una vera e propria industria parallela di carattere illegale, continua rivolgendosi ai consumers.
Nel mirino degli inquirenti infatti ci sono adesso i 5 milioni di italiani che risultano essersi abbonati ai servizi di trasmissione clandestina dei contenuti televisivi.
Gli inquirenti contano di risalire agli «abbonati» attraverso la traccia ip, l’indirizzo dell’apparecchio collegato a internet, ma anche ripercorrendo a ritroso le tracce lasciate sulle carte con cui sono stati effettuati i pagamenti, il cui archivio è stato rinvenuto al Centro Direzionale nei due appartamenti di Maccarelli.
I clienti, come riporta la Gazzetta dello Sport, pagavano un prezzo di 12 euro a pacchetto, da quattro a sei volte meno della corrispondente offerta sul mercato legale.
Cosa rischiano
Multe salate innanzitutto, si può arrivare a 25.822 euro, ma anche la reclusone per un periodo che va dai 6 mesi ai 3 anni come ha spiegato il colonnello Giovanni Reccia, (comandante del Nucleo speciale tutela della privacy e frode tecnologica).