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Le minacce degli ultrà ai vertici Juve nella riunione sotto il gazebo dello Stadium

Dalle intercettazioni: “Attenti, siete quotati in Borsa. Guai se togliete i biglietti gratis”. Alla fine della riunione uno dei capi scrive a Pairetto: “Complimenti, bella trappola”

Le minacce degli ultrà ai vertici Juve nella riunione sotto il gazebo dello Stadium

Su Repubblica Torino l’incontro del 21 giugno 2018 tra Alberto Pairetto – per la Juventus – e i capi ultrà, tutti arrestati nell’ambito dell’inchiesta Last Banner. Il quotidiano riporta il contenuto delle intercettazioni e le minacce degli ultrà ai vertici del club bianconero.

Una riunione, quella all’Ob Van, il gazebo all’ingresso dell’Allianz Stadium, che è stata il punto di rottura definitivo tra la società e la Curva Sud. Una riunione intercettata dalla polizia giudiziaria.

Durò quasi un’ora. Sotto al tendone c’erano Salvatore Cava per i Drughi, Umberto Toia per i Tradizione, Cristian Fasoli per i Nucleo 1985, Fabio Trinchero e Roberto Drago per i Viking, Giuseppe Franzo come coordinatore delle coreografie. E’ lui quello che tutti considerano una specie di portavoce delle tifoserie. Tutti riuniti lì per parlare con Pairetto delle ultime disposizioni: niente più ingressi gratis neppure per quelli che chiamano gli striscionisti.

Cava, portavoce di Dino Mocciola, dice:

“Hai detto no, dite sempre no a tutto, va bene però gli striscionisti non li dovete toccare”.

Lo incalza Fasoli, dei Nucleo 1985:

“Se fossimo interessati ai soldi avremmo già discusso e stavamo a casa tutti da subito. Stiamo parlando di supportare comunque un sistema di ragazzi che vengono qua per la causa, per la Juve”.

Trinchero, dei Viking, aggiunge:

“Per fare bella figura in televisione alla Juve”

Pairetto non intende cedere:

“Ma non possiamo farlo, forse non avete capito. È arrivata una nota della Questura che non sono più accettati i biglietti per gli striscionisti”.

Toia, dei Tradizione, lo rimprovera che questa nota viene applicata solo dalla Juve. Cava lo appoggia:

“Oh siete proprio dei pezzi di merda allora”

Pairetto si difende:

“Noi siamo una società quotata in borsa, non possiamo scherzare con queste cose”.

E Cava:

“Appunto, allora, allora, non scherzate troppo se siete quotati in borsa”.

La riunione si conclude con gli ultrà che capiscono che da parte della Juve non ci saranno ripensamenti.

Fasoli, dei Viking, dice:

“Alberto, volendo lo spazio di mediazione anche minimo c’è. Se uno ha volontà, ma la volontà con quel sorriso lì non c’è. Non dico da parte tua, da parte loro è muro contro muro. Ci perde la Juve, ci perdiamo tutti”.

Loro, spiega Repubblica Torino,

“sono quelli che da 30 anni stanno in curva, che vivono per la Juve, che parlano della Maratona e del biglietto da 7000 lire”.

Dopo la riunione, sul cellulare di Pairetto arriva il messaggio di Toia, capo dei Tradizione. L’intercettazione si è fermata alle 19.08. Il messaggio è delle 19.43:

“Complimenti, bella trappola”.

Pairetto sa che la digos ha intercettato la riunione, ma fa lo gnorri, risponde di non capire. E Toia non gli risponderà più per spiegargli. Evidentemente Toia aveva capito che l’inflessibilità di Pairetto nascondeva altro, una trappola della digos, appunto.

 

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