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Il Napoli e il caso Pépé, il calcio finirà per essere strozzato da procuratori e intermediari

Ha ragione la Gazzetta: ha fatto bene De Laurentiis a sottrarsi al giochino per Pépé. Un’operazione da 200 milioni che somiglia alla richiesta del pizzo

Il Napoli e il caso Pépé, il calcio finirà per essere strozzato da procuratori e intermediari

Serve una reazione del sistema

Lega calcio, federazione, presidenti e dirigenti di società, tecnici e calciatori ormai non contano più nulla. Il mondo del calcio è finito interamente nelle mani di figure non ben definite. Chi li chiama procuratori, chi intermediari, chi agenti… Si tratta sostanzialmente di figuri che lucrano in modo spropositato attraverso la compra-vendita dei calciatori. Facendo aumentare in modo esponenziale i prezzi e combinando vere e proprie trastole. Se compri il mio giocatore ad x milioni di euro l’anno prossimo o tra due anni te lo farò rivendere ad x+y milioni di euro. Oppure se compri il mio giocatore ad x milioni di euro ti faccio vendere un altro tuo calciatore a z milioni. 

Le percentuali che questi signori incassano sono stellari. Spesso comparabili all’ingaggio del calciatore. Tutto avvolto nelle più tenebrose nebbie finanziarie attraverso le quali è impossibile leggere la verità. Ma come si diventa procuratore-intermediario-agente? Certamente non studiando. Non è richiesta alcuna qualificazione particolare. Ma soltanto quel perverso talento che contraddistingue gli affaristi. Addirittura li si può riconoscere lombrosianamente attraverso  un qual certo inequivocabile sembiante. Vivaddio. Ci sono anche persone serie e perbene in questo giro. Ma sono davvero mosche bianche.

Voglio però mettere da parte la questione etica. E fare una osservazione di sistema. La strategia che governa l’azione del procuratore-intermediario-agente si fonda sostanzialmente su una dinamica elementare. La corsa frenetica alla crescita dei costi di un calciatore il cui prezzo deve aumentare di anno in anno altrimenti la giostra degli affari si blocca. E il ruolo del procuratore-intermediario-agente si estingue. È vero che per le società contano i differenziali dei costi di un calciatore e non il valore assoluto. E che le società non sono mammolette e vivono molto di plusvalenza artificiali. Ma non credo che occorra resuscitare Keynes per capire che è in corso da un po’ di anni la crescita di una bolla speculativa che prima o poi scoppierà travolgendo l’intero sistema. 

Per essere concreti facciamo un esempio. Il caso Pepè.

Trattativa molto complicata. I procuratori-intermediari-agenti hanno chiesto a De Laurentiis 9 milioni netti per il calciatore. Che significa 16 lordi anno. In più 12 milioni per loro. Ed ancora il 10% sul differenziale della eventuale rivendita. Tutto ciò per un calciatore forte ma che ha fatto 23 goal di cui 9 su rigore. E che al primo anno in Italia non è detto che si ambienti subito. Fate un poco di semplici conti. Essendo 80 milioni la valutazione del calciatore, l’operazione costerebbe complessivamente intorno ai 180/200 milioni. A cui sottrarre il valore di Ounas che andrebbe come merce di scambio. Diciamo 15 milioni.

Ma come fa una società a rientrare da questo investimento? A quanto deve rivendere il calciatore tra due o tre anni? Certamente intorno ai 150 milioni…Insomma il mondo del calcio mi sembra impegnato nel folle giochino chicken run di cui è protagonista James Dean nei panni di Jim Stark in Gioventù bruciata. Lanciare a folle velocità un’auto verso uno strapiombo e gettarsi fuori prima che questa precipiti. Mi sembra chiaro che per fortuna De Laurentiis non è Jim Stark. E sull’auto non c’è proprio salito. Non cedendo al ricatto come osserva la Gazzetta dello Sport.

Purtroppo temo che ciò serva a poco. Temo che senza una reazione complessiva del sistema,, il calcio non si salverà. Per primi   saranno stritolati i club più piccoli  “costretti come i piccoli negozianti a pagare il pizzo” osserva la Gazzetta dello Sport. Ma poi salterà in aria tutto il sistema come la villa nella scena finale di Zabriskie Point. 

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