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A Naxos tra le tracce di Manolas e l’anagramma di Chiavelli

Al via il viaggio napolistico alle radici dei difensore greco. La leggenda narra di Tommaso Starace nel labirinto

A Naxos tra le tracce di Manolas e l’anagramma di Chiavelli

Naxos, Cicladi.

È qui, sul luogo Natale di Kostas Manolas, che inizia il nostro napolistico viaggio alla ricerca del non-senso di un nuovo anno calcistico

In aeroporto una scritta saluta i visitatori che volano da Atene, “Queste cose non accaddero mai ma sono sempre”, a ricordare la celebre frase che il filosofo Salustio soleva usare per descrivere i racconti della mitologia greca e il famoso tiro di Michu contro il Bilbao.

Vasilis è il titolare del noleggio auto. Controlla i documenti – “Sei di Napoli?” Dico di sì, mi fa sedere in un angolo appartato, mi offre un bicchiere di raki e mi istruisce. La leggenda vuole che Arianna, venuta sull’isola con Teseo, sarebbe stata sedotta e abbandonata dall’eroe ateniese a seguito di un problema sui diritti di immagine.

Il sole tramonta e al secondo raki la storia appare chiara. James è a Capri e Chiavelli si trova contemporaneamente sull’isola dei faraglioni e all’assemblea di Lega Serie A. L’ubiquità è impedimento solo per chi guarda ma non sa capire. “A narrare il mutare delle forme in corpi nuovi mi spinge l’estro” scriveva Ovidio nelle sue Metamorfosi. Anagrammate Chiavelli ed otterrete “Là chi levi?”, perché il problema dell’esistenza rimane il mercato d’uscita.

A Naxos le donne in panetteria servono i clienti e raccontano di aver visto stamattina Tommaso Starace camminare in un piccolo labirinto costruito sulla sabbia della spiaggia di Agios Prokopios. Le fattezze metà uomo, metà moka. Ha il busto da essere umano ma caldaia e filtro al posto delle gambe.

Il padrone del ristorante che stasera prepara le costine di agnello, davanti alla fornacella, sorride e consiglia di diffidare del fact checking nel calcio. James è già a Napoli. Ed è anche in Colombia. Ma anche a Madrid a sorseggiare cerveza. Solo i più sciocchi considerano tempo e spazio degli impedimenti. “Secondo Erodoto, lo storico greco, durante i dieci anni della guerra di Troia, Elena non fu mai nel palazzo del re: Paride l’aveva persa sulla spiaggia di Sidone. A Troia conservava solo un suo simulacro”. Come dire che l’anno prossimo con la dieci Ancelotti schiererà un gigantesco giocatore di Subbuteo senza che Caressa se ne accorga. Rifletto. È possibile. Adani potrebbe addirittura elogiarne la fiera postura da atleta moderno e molto poco allegriano.

 

A Naxos tra le tracce di Manolas e l’anagramma di Chiavelli

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