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La convenzione per lo Stadio Collana dice il contrario di quello che era nel bando

Sulla vicenda c’è un esposto della Procura della Repubblica, ma è possibile che nessuno si faccia qualche domanda o si indigni?

La convenzione per lo Stadio Collana dice il contrario di quello che era nel bando

Leggo sui giornali commenti di gioia e giubilo per i lavori che sono in corso allo Stadio “A. Collana”.

Chiariamo subito che sarei contento se la struttura tornasse fruibile alla cittadinanza in condizioni di sicurezza ed in condizioni decorose.

Mi lascia molto perplesso il silenzio su tutto ciò che ha portato a questo e su cosa accadrà per il futuro.

Non vi tedio con la cronistoria dettagliata della vicenda, ma un piccolo ragionamento, se mi consentite, lo vorrei fare.

Il bando

Nel 2014, viene pubblicato un bando per l’affidamento della struttura a “privati”, dopo il mancato rinnovo del comodato tra Regione, proprietaria dell’impianto e Comune, fino ad allora utilizzatore.

Al netto delle valutazioni sulle responsabilità del mancato accordo, resta il fatto che nel bando si prevedeva un investimento dell’aggiudicatario pari a 7 milioni di euro.

La Regione Campania conclude l’esame dei fascicoli dei tre partecipanti alla gara (un concorrente bocciato in sede preliminare) e valuta le proposte. Dopo il giudizio definitivo della Commissione, con decreto dirigenziale n.110, dispone l’affidamento e la concessione dell’impianto a favore dell’Ati Collana Sport Center che si aggiudica la gara col massimo del punteggio (100/100).

Il secondo classificato (la società Giano S.r.l.) presenta ricorso al Tar.

Qui inizia una battaglia di ricorsi da parte dei più disparati soggetti che si conclude con una sentenza del Consiglio di Stato che di fatto aggiudica la gara alla Giano.

Nelle more però va ricordato che la Regione, noncurante della pendenza del giudizio innanzi al Consiglio di Stato, inserisce la struttura in quelle destinate alle Universiadi. Così inizia a mettere in sicurezza la struttura cominciando a smantellare tutto.

Alla luce di questo, a seguito della consegna alla Giano e dei sopralluoghi effettuati, sorgono i primi problemi.

La Convenzione

I lavori che inizialmente dovevano essere per 7 milioni, a seguito del mutamento dello stato dei luoghi sono quasi raddoppiati! Ma il lampo di genio arriva ora, le parti sottoscrivono la convenzione. A questo punto escono tutta una serie di “sorprese” che però nessuno, o quasi, nota e che soprattutto non provocano scandalo.

Nella convenzione si legge che, dai sopralluoghi effettuati, i lavori non sarebbero quantificabili in 7 milioni di euro ma bensì il doppio. Alla luce di questo la Regione attraverso Agenzia delle Universiadi effettuerà lavori per 8 milioni di euro, la restante parte spetterà alla Giano, per modo di dire, che ricorrerà al credito sportivo.

Ma a ciò va aggiunto che, sempre nella convenzione, viene inserita una clausola che ha dell’inverosimile. Poiché la Giano non potrà creare negozi nella parte esterna allo stadio e non potrà installare pannelli per il recupero della energia solare (entrambe le cose già erano note, ma questo è altro discorso) il canone per i 15 anni di convenzione viene azzerato.

Ora rifletto, solo a me desta, diciamo così perplessità, che la convenzione dica il contrario di quello che era previsto nel bando?

Non so come finirà, so che sulla vicenda c’è un esposto alla Procura della Repubblica. Credo solo che queste cose avvengano solo nella nostra triste Italia e forse avvengono perché solo da noi nessuno si scandalizza più!

Adolfo De Santis, consigliere V Municipalità Vomero-Arenella

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