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Leggere i commenti e scoprire che sulla droga in curva in tanti stanno con De Laurentiis

De Laurentiis piace ai napoletani stanchi delle prevaricazioni. Sono i napoletani che vorrebbero alzare la testa ma si sentono soli

Leggere i commenti e scoprire che sulla droga in curva in tanti stanno con De Laurentiis

Lo ammettiamo: siamo sorpresi. Piacevolmente. Quando abbiamo lanciato sulla nostra pagina Facebook la notizia del volantino firmato dalla Curva A, tra i commenti non abbiamo trovato le solite offese al nostro indirizzo, a cui siamo purtroppo tristemente abituati. Vi abbiamo invece trovato centinaia di commenti a favore di De Laurentiis.

Non che non sapessimo già che esiste una parte cospicua di tifosi che appoggiano le azioni e le esternazioni di De Laurentiis, ma finora si è trattato sempre di una moltitudine silenziosa e invece, finalmente, le loro voci si sono levate altissime per sostenere le dichiarazioni del presidente sullo spaccio nelle curve.

Al di là del fatto in sé, nel cui merito non entriamo, questa riscossa della coscienza civile ci ha colpiti. Ci è sembrato che tanti vedano in De Laurentiis un personaggio capace di reagire, di non abbassare la testa, di non piegarsi ai voleri degli ultrà peggiori – quelli brutti e cattivi, che non sono tutti – che vedano in lui quasi una speranza di venir fuori da un’impasse pericolosa, dall’assenza di stato e giustizia, parlando in termini di massimi livelli.

Il presidente come voce a supporto della Napoli onesta, quella che allo stadio non va più non perché i prezzi sono alti o ha il pezzotto, ma perché è stufa di subire prevaricazioni.

“La curva è casa loro, infatti comandano loro. Loro ti dicono dove sederti, quando urlare, se tifare, cosa tifare, se puoi mangiarti il panino”.

È solo uno dei tanti commenti sul punto. Oppure:

“Non vi vogliamo. Andate a divertirvi da un’altra parte. Vogliamo la Napoli buona, le famiglie, il tifoso non professionista che se il Napoli perde pareggia o vince il giorno dopo pensa a cose ben più importanti”.

De Laurentiis scardina il muro di omertà, lancia un salvagente ai napoletani che vorrebbero alzare la testa ma si sentono soli.

Forse ha davvero ragione Maurizio Braucci che, intervistato da Francesca Leva, ha suggerito alla Società Calcio Napoli di sfruttare il suo potenziale educativo e di realizzare una vera e propria campagna mediatica contro la camorra e la violenza,

“per insegnare un atteggiamento costruttivo non solo come tifosi ma anche come cittadini”

Braucci aveva suggerito anche lo slogan: “Amiamo non solo la squadra ma anche la città”.

Non sarebbe un’idea tanto peregrina, a pensarci, non dopo aver letto l’alzata di scudi della Napoli per bene sotto al post di cui dicevamo in principio. Il calcio come principio di educazione, come strumento per arrivare alle coscienze per lottare insieme per una città migliore.

Con Ancelotti al suo fianco, forse De Laurentiis potrebbe davvero riuscirci e presentarsi come un modello. Non dimentichiamo la battaglia iniziata proprio dal mister del Napoli contro il razzismo.

La Società Calcio Napoli, il calcio in generale, ha una responsabilità enorme in una città che anche Francesco Patierno, che di camorra si intende anche per aver dedicato al tema il suo ultimo documentario cinematografico, definisce “non ribelle”. A proposito del presidente, Patierno, da noi intervistato, ha detto:

Le sue parole sono precise e dimostrano che non ha riverenza nei confronti di nessuno e questo è importantissimo per la città. Questo atteggiamento di De Laurentiis può contribuire a farci uscire da una sorta di complesso di inferiorità che abbiamo sempre avuto nei confronti di chi, almeno sulla carta, era considerato più forte”.

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