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Milik: «Ancelotti? Non urla mai. Non è eccessivo con la tattica, ci lascia liberi»

«La svolta della stagione è stata il gol all’Atalanta. Anche all’Ajax mi allenavo a calciare le punizione. Dopo la rapina, non indosso più l’orologio»

Milik: «Ancelotti? Non urla mai. Non è eccessivo con la tattica, ci lascia liberi»

Milik ha rilasciato un’intervista al portale SportoweFakty. Ovviamente ha parlato molto di Napoli, del Napoli e di Ancelotti.

Il gol sbagliato col Liverpool

«Dopo la partita, in albergo, Ancelotti si avvicinò e mi disse di non pensarci troppo. Aveva ragione lui. Il calcio è questo: non possiamo riflettere troppo sul passato. La partita dopo, segnai col Cagliari al novantesimo su punizione“.

Ancelotti

«Non avevo mai lavorato con un allenatore che non urla mai. A volte alza il tono della voce, ma si spegne subito. È davvero un uomo calmo. Basta un suo sguardo per gestire lo stress. In campo siamo liberi di inventare. Non bada in modo eccessivo alla tattica. Ci aiuta a tirare fuori qualcosa in più».

Le punizioni, il rigore, il rinnovo

«Le provo da quando ero all’Ajax, rimanevo in campo a fine allenamento per esercitarmi. Purtroppo al Napoli per due anni non ho avuto la possibilità di dimostrarlo. Avrei voluto calciare il rigore contro la Sampdoria, ma Ancelotti ha scelto Verdi e ho accettato la sua decisione. Sono felice di giocare con continuità. Posso migliorare col destro o con la testa. Sto migliorando tanto. Posso dare sempre di più al Napoli. A Napoli sto bene, considero l’idea di rinnovare».

La concorrenza

«Mai avuto problemi al pensiero che Piatek, Cavani o altri potessero venire al Napoli. Piatek sta facendo molto bene in Italia, ha avuto un avvio fantastico».

Gli infortuni

«Il tempo guarisce le ferite. Ricordo che giocai a Bergamo prima dell’infortunio. Quest’anno sono entrato dalla panchina e ho segnato. È stata la svolta della mia stagione. Dopo le operazioni, ho fatto tanta palestra, dovevo rafforzare le gambe. Anche in questo mi ha aiutato molto Ancelotti: se un giorno l’allenamento era stancante, il giorno dopo era più flessibile”.

La rapina

«Da allora non rischio più. Non mi sono mai sentito minacciato a Napoli, quell’episodio non mi ha influenzato. Sono rimasti scioccati di più la mia famiglia e la mia ragazza che era con me. Da allora non lo indosso più e neppure loro: lo facciamo solo in posti sicuri”.

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