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Ancelotti: «Allegri intende il calcio come me, gestisce una squadra in base ai giocatori»

Intervista a La Stampa: «Abbiamo abbandonato il calcio all’italiana. I social? Non si può dare la parola a tutti, c’è un eccesso di democrazia»

Ancelotti: «Allegri intende il calcio come me, gestisce una squadra in base ai giocatori»

«Abbiamo abbandonato il calcio all’italiana»

In vista di Napoli-Juventus, in programma domenica 3 marzo, Carlo Ancelotti ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Stampa.

Ha battuto su temi a lui cari e che ha affrontato nell’intervista al Napolista, uno su tutti: come sta cambiando il calcio.

«Stiamo tralasciando difesa e contropiede, siamo simili alla Liga. Io sono ancorato al calcio non modernissimo, questo continuo rifugiarsi nel portiere non mi piace, è una tattica ostruzionistica. Io preferisco chi para, non chi gioca bene con i piedi. In generale abbiamo abbandonato il calcio all’italiana, c’è meno attenzione a livello difensivo».

Napoli

«È una città che non trasmette tensioni, ma molto amore. Anche se le cose non vanno bene. A Napoli c’è un clima ovattato, la gente non si prende troppo sul serio. E ci sono meno problemi di quello che sembra da fuori. E io sono uno del Nord… La cosa più divertente che mi hanno detto? Omm’e panza, omm’e sustanza»

Allegri

«Allegri vede cose che gli altri non vedono e intende il calcio come me: gestisce una squadra in base ai giocatori».

Var e falli di mano

«Io punirei solo il fallo di mano chiaro ed evidente. E adotterei il tempo effettivo, basta con i maxi recuperi»

I social, gli insulti alla figlia di Simeone, gli oltraggia alla memoria di Astori

«È un mondo malato. Sono venuti a mancare i cardini, una volta si rispettavano le differenze tra il genitore e il figlio, tra il professore e l’alunno. Ora non più. Se uno oltraggia la memoria di Astori è malato nella testa, i social hanno dato la parola a tutti, ma uno che è malato nella testa non ha il diritto di parlare. Siamo in un eccesso di democrazia, dovremmo limitarla per evitare certe degenerazioni».

L’ancelottismo

«Non esiste, a me interessa avere una squadra che non abbia una sola identità ma che sappia fare di tutto. Devi costruire in base alle caratteristiche dei giocatori che hai, non puoi fare una granita senza il ghiaccio. Il calcio si può giocare in tante maniere».

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