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Godin all’Inter, il Napoli ha un’altra strategia

Un’analisi sul colpo dei nerazzurri, tra potenziamento immediato, Fair Play Finanziario e la (possibile) cessione di Skriniar. Il Napoli lavora in maniera diversa.

Godin all’Inter, il Napoli ha un’altra strategia

La batteria di centrali

Cominciamo con l’ovvio: Diego Godin all’Inter è un grande colpo. Qualora dovesse essere confermato, l’arrivo del 32enne centrale uruguagio a Milano darebbe uno spessore ancora maggiore alla batteria di centrali di Spalletti. In questo momento, il tecnico nerazzurro può contare su Skriniar, De Vrij, Miranda e Ranocchia. Difficile pensare che possano restare tutti, anche perché da tempo si rincorrono le voci su un possibile mal di pancia del brasiliano – anche lui ex Atletico Madrid.

Qualora dovesse essere confermato il blocco di questa stagione, l’Inter avrebbe Godin, Skriniar, De Vrij e Ranocchia. Niente male davvero. Solo che c’è un piccolo, grande dubbio su Milan Skriniar: nelle ultime ore sono uscite delle notizie non proprio positive sulla trattativa per il rinnovo di contratto, allora qualcuno ha fatto due più due e ha iniziato a scrivere (e pensare) che l’arrivo di Godin sia prodromico all’addio del centrale slovacco. Dopotutto, l’Inter ha bisogno di vendere almeno uno dei suoi big per poter fare mercato nella prossima estate, il club di Suning non ha ancora superato del tutto le sanzioni e gli accordi relativi al Fair Play Finanziario.

Strategie differenti

Sui social è già partita l’operazione contro-mercato. Vale a dire: l’Inter prende Godin e il Napoli non prende nessuno. Secondo il vecchio adagio tutto italiano della squadra che è forte solo se fa mercato, allora i nerazzurri sarebbero (sono) già destinati ad essere più forti. Più o meno quanto successi pochi mesi fa, ricorderete le griglie dell’estate 2018. Bene, i commenti appartengono (già) a quel sistema di concetti e significati.

Semplicemente, Inter e Napoli hanno strategie diverse. Il Napoli non acquisterebbe mai un giocatore così famoso, prossimo ai 33 anni. Per due motivi fondamentali: stipendio elevato e mancanza di una prospettiva di introito economico. L’operazione fatta con Miranda, anche lui acquistato a parametro zero dall’Atletico Madrid nel 2015, a 31 anni, è la riproduzione in scala dell’affare-Godin. Giocatore riconoscibile a livello internazionale, buon rendimento (anche se non eccezionale) e cessione obbligata senza plusvalenza, quattro anni dopo. Un investimento solo a perdere, almeno per il bilancio. In campo, tutto bene o quasi. Dopo due stagioni, l’Inter ha preso Skriniar; poi De Vrij. Ora Godin. Come dire: Miranda è stato un buon calciatore, ma non così affidabile da poterci costruire intorno la difesa, tutto questo dopo appena due stagioni. Albiol e Koulibaly, nel Napoli, sono alla quinta annata consecutiva come coppia di riferimento. 

Il Napoli non ha urgenza

L’Inter ha scelto una strada rischiosa. Con Godin, sono state riprodotte le stesse dinamiche di Miranda, ma anche quelle di Asamoah, Nainggolan e quelle (virtuali) di Modric. Ovvero giocatori già affermati, per iniettare qualità immediata nella rosa. Una strategia che può essere funzionale, ma di certo l’acquisto di Skriniar e/o quello di Icardi a suo tempo sono stati molto più impattanti. Esattamente come quello di Perisic o di Politano qualche mese fa. Può anche andare male (Joao Mario) o malissimo (Gabigol), ma almeno in questo caso hai il paracadute economico di una rivendita futura.

Non è una questione di scegliere questa o quella politica, semplicemente l’Inter sta su un pianeta diverso rispetto a quello del Napoli. Proprio dal punto di vista filosofico. L’Inter ha un’evidente urgenza di fare mercato, un po’ (vedi sopra) per assolvere i doveri del Fair Play Finanziario e un po’ per cercare di colmare realmente il gap con la Juventus (e con lo stesso Napoli). Il club di De Laurentiis, invece, ha programmato ogni sua operazione di mercato in prospettiva pluriennale, dato che solo oggi si parla di sacrificare la generazione del 1987, che guida letteralmente la squadra da cinque stagioni. Nel frattempo, tanti acquisti buoni e meno buoni, che però hanno portato alla costruzione di una nuova base di calciatori. Il Napoli non ha urgenza di fare mercato, anzi secondo noi è stata applicata una strategia fin troppo slow alle ultime sessioni. Lo scriviamo da tempo.

Trattenere i gioielli

Con questa programmazione a lungo termine, il Napoli si è assicurato la possibilità di scegliere. Il club partenopeo, al netto di clausole rescissorie altissime, decide se, come, chi, quando e a quanto vendere. Non è solo una questione di Fair Play Finanziario, quello è solo un aspetto del discorso. Con il recente rinnovo di Koulibaly, il Napoli ha acquistato forza contrattuale per chiedere 100 milioni e più a chi volesse acquistare il difensore francosenegalese. Ha potuto arrivare ad una richiesta di 60 milioni e più per Jorginho.

L’Inter prende Godin a parametro zero, e fa un (altro) investimento all-in su un calciatore con un futuro limitato. Può anche andare benissimo (si pensi a Pirlo alla Juventus), ma evidentemente le proiezioni del bilancio nerazzurro permettono questo tipo di rischio. Al netto della cessione di Skriniar di cui sopra, una sorta di velo fantasma su questo processo logico-economico. Il Napoli non ha un bilancio che garantisce questo tipo di situazioni, deve ragionare in un altro modo e finora ha sempre funzionato. Lo dice la classifica, lo dicono i conti del club, lo dice il valore della rosa cresciuto a dismisura nel tempo. Applica una politica diversa perché parte da specifiche diverse, il confronto senza la conoscenza del contesto è un puro esercizio di critica senza costrutto.

Godin all’Inter resta un colpo importante, ma è ancora tutto molto virtuale. Esattamente come Koulibaly nel 2014, esattamente come lo stesso Skriniar all’Inter nel 2017, o Bonucci alla Juventus nel 2010. Solo che questi acquisti, poi, si sono rivelati fondamentali nella storia dei rispettivi club. Il grande calciomercato si fa costruendo campioni, investendo nel tempo e nel futuro.

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