La notte in cui la Premier ha smesso di ridere del calcio saudita: è finito il senso di superiorità (Times)
La sconfitta del City contro l'Al Hilal rappresenta una svolta storica. Non c'è più ragione per considerarlo calcio di Serie B e i calciatori lo sanno

Orlando 01/07/2025 - FIFA Club World Cup 2025 / Manchester City-Al Hilal / foto Imago/Image Sport nella foto: Simone Inzaghi ONLY ITALY
La notte in cui la Premier ha smesso di ridere del calcio saudita: è finito il senso di superiorità (Times)
Ci va giù duro il Times dopo la sconfitta del Manchester City per 4-3 per mano dell’Al Hilal di Simone Inzaghi. Il prestigioso quotidiano britannico scrive chiaro e tondo che da oggi non ha più una giustificazione il senso di superiorità inglese, quel senso di derisione che in Premier accompagna da sempre il football saudita. A partire da Richard Masters, il Ceo della Premier.
Scrive il Times:
Non sappiamo dove fosse Richard Masters, l’amministratore delegato della Premier League, alle 4.30 del mattino, mentre il Manchester City usciva dal Mondiale per Club. Forse, viste le sue precedenti dichiarazioni sulla minaccia rappresentata dalla Lega Saudita, stava dormendo sonni tranquilli come il resto del calcio inglese.
Il Times ricorda che la partita sembrava una formalità. Che il City si sentiva già in semifinale, avendo poi in programma nei quarti la sfida contro il Fluminense (giustiziere dell’Inter).
La realtà, però, è che entro venerdì il City sarà già lontano dagli Stati Uniti, e col City anche il nostro senso di superiorità su quel che sta emergendo a est. Il primo confronto competitivo tra la Premier League e la Saudi Pro League si è concluso con una sconfitta devastante e umiliante. L’Al-Hilal, brillantemente guidato dal nuovo allenatore Simone Inzaghi, ha meritato la sua vittoria per 4-3. La presunzione dimostrata da Masters ogni volta che ha liquidato con superficialità la sfida calcistica dell’Arabia Saudita, gli si è ritorta contro in modo bruciante.
Giustamente il Times ricorda che Guardiola non ha nemmeno sottovalutato gli avversari, ha schierato la formazione migliore.
Il Times scrive che in Premier si sghignazza ogni qual volta un calciatore se ne va in Arabia Saudita. Come se fossero pensionati. Il Times attacca le nuove regole auto-castranti della Premier, il fair play finanziario troppo restrittivo.
Non è così. Prendi l’Aston Villa. Jhon Durán, Moussa Diaby, entrambi andati in Arabia Saudita. Altri potrebbero seguirli, forse il portiere vincitore della Coppa del Mondo Emiliano Martínez. Costringere i club inglesi a vendere talenti per aumentare le entrate per rispettare le limitazioni finanziarie arbitrarie e artificiali, avrebbe avuto una conseguenza. Ed eccola qui. Il calcio inglese deve svegliarsi e annusare il caffè. Dovrebbe anche sentire l’odore di qualcos’altro questa mattina: la paura. Questa debolezza è tutta opera sua.
Non c’è dubbio che la costante fuga di giocatori dalla Premier League abbia avuto un impatto significativo e positivo sulla Lega saudita. Prendiamo il gol del 3-2 dell’Al-Hilal. Realizzato sull’asse Rúben Neves (ex Wolverhampton) Koulibaly (Chelsea). E ogni volta che il calcio inglese perde uno di questi giocatori, ci diciamo che non mancheranno, che erano flop, pesi morti, ormai alla fine della carriera. Eppure Toney è il sostituto di Harry Kane per l’Inghilterra, e Riyad Mahrez è stato importante per il Manchester City la stagione prima di lasciare ed entrambi giocano in Arabia Saudita ora. Da Renan Lodi a João Cancelo, questa squadra dell’Al-Hilal era costellata di giocatori che in precedenza avevano militato in Premier League.
Il Times scrive anche di Inzaghi.
Lo scorso anno diversi grandi club inglesi sarebbero stati felici di ingaggiare l’ex tecnico dell’Inter. L’Arabia Saudita l’ha preso. Gli allenatori cambieranno il gioco anche lì. Guardiola non ha affrontato un novellino. Inzaghi ha organizzato l’Al-Hilal in modo sontuoso. Meno di due anni fa, il Ceo della Premier Masters aveva detto di essere “lontano dal preoccuparsi” della Lega saudita. Sembrava compiaciuto delle sue parole. La verità è che tutti i nostri preconcetti sono stati spazzati via nella notte. (…) Quando Bruno Fernandes, il capitano del Manchester United, è stato corteggiato dal campionato saudita, abbiamo sghignazzato. Perché un giocatore con le sue qualità, dovrebbe finire lì? Solo per i soldi. Cos’altro c’è da offrire? La verità che è l’Al-Hilal ha giocato contro il Real Madrid, il Salisburgo, il Pachuca e il Manchester City e non ha perso una partita. Nessuna squadra europee finora può vantarsi di questo.
Da stanotte
il calcio saudita non può più essere archiviato con disinvoltura. Quando Masters si sveglierà dal suo sonno questa mattina scoprirà che il mondo è cambiato. Non gira più sul suo dito; ammesso che in passato sia stato come pensava lui.