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#HovistoMilik, invece Cragno non l’ha proprio vista

Calcio di punizione perfetto, tre punti a Cagliari dopo il gol a Bergamo, la doppietta al Frosinone, la rete mancata a Liverpool.

#HovistoMilik, invece Cragno non l’ha proprio vista

Il gioco

#HovsitoMilik giocare da prima e unica punta dopo un bel po’ di tempo. Più o meno non succedeva da Sampdoria-Napoli, quando Ancelotti ha deciso di varare il 4-2-x offensivo, che regge due punte con Insigne e/o Mertens e/o Milik. Nel primo tempo e all’inizio del secondo, Arek ha ricominciato a giocare per come eravamo abituati a vederlo: Fabian Ruiz, Zielinski e Ounas si muovevano dietro di lui, anche Ghoulam lo sosteneva spesso sulla sinistra, Arek si è mosso bene, ha tirato male, è stato sempre dove doveva essere. Non è stato servito neanche troppo bene, soprattutto nei primi 45′.

Nella ripresa, Arek ha avuto tre palloni buoni: tiro parato bene da Cragno, colpo di testa sulla traversa e la punizione. Di quella parleremo dopo, Il Napolista l’ha definita “arcobaleno” e mi sembra il termine più bello, più suggestivo. Detto questo, #HovistoMilik fare il centravanti come sa, ovvero sfruttare le occasioni che gli capitano. Al 98esimo, dopo la sua rete su punizione – di cui stiamo per parlare -, Arek conta 8 gol in 820 minuti giocati in Serie A. Una rete ogni 102 minuti nel nostro campionato. Il miglior rapporto tra tutti gli attaccanti della lega.

La punizione

Sì, eccoci qua. La stavate aspettando, anch’io avevo voglia di arrivare a questo momento. Sì, volevo parlare della punizione. #HovistoMilik inquadrato come Shevchenko prima del rigore decisivo a Manchester, Ancelotti ricorda bene di cosa sto parlando. Concentrazione pura, Koulibaly nel postpartita a Sky ha raccontato che Arek lavora tanto in allenamento sui calci da fermo. Ecco, #HovistoMilik andare nel suo bagaglio di conoscenze tecniche, per cercare il miglior tiro possibile da scoccare verso la porta di Cragno.

Prima ancora di questo fotogramma eterno, #HovistoMilik andarsi a prendere di forza quel tiro. O meglio: #HoimmaginatoMilik farlo, perché in realtà dalla tv non si è capito molto. Il Napoli ha molta gente che batte bene le punizioni. In quel momento, Ancelotti in campo aveva Mertens, Insigne, Zielinski e Ghoulam. Tutti buoni tiratori. Eppure #HovistoMilik mandare tutti via e affermare la gerarchia dettata da Carletto per i tiri liberi da quella mattonella. 

Poi #HovistoMilik partire, il piede sinistro che trova il pallone, poi la traiettoria oltre la testa del secondo uomo in barriera. #HovistoMilik tirare una punizione perfetta, invece Cragno non l’ha proprio vista. Nella pallacanestro, il pallone che entra perfettamente nel canestro senza toccare il ferro si scrive si racconta(va) con un suono onomatopeico, il ciaff della retina che si muove agitata dal cuoio arancione e nero. Ecco, nel calcio è un rumore praticamente fisso, i tiri che finiscono direttamente in rete senza toccare il palo sono molti di più. Però questa volta c’è una percezione simile, che fosse tutto perfetto, preciso, lineare.

L’esultanza

#HovistoMilik esultare, sorridere. Sommerso dall’abbraccio dei compagni. Dopo Bergamo, dopo Napoli-Frosinone, dopo Liverpool. È la storia che si diverte a mischiare le carte, ma poi il talento viene fuori e segna il territorio. Ed è tutto giusto così, proprio tutto giusto così.

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