Sconcerti commenta Italia-Portogallo sul Corriere della Sera: «Insigne è il più avanzato dei centrocampisti, abbiamo finalmente una squadra e un gioco».
Il commento sul Corsera
Mario Sconcerti commenta e analizza Italia-Portogallo sul Corriere della Sera. Ecco i passaggi più significativi del suo articolo: «L’Italia si conferma nel nuovo stile, siamo tornati ad avere una squadra. Resta ora da crescere e migliorarla. Ci sono state tante cose buone: l’autorità di Verratti in mezzo, da centrocampista di valore finalmente internazionale. Si è sveltito molto, si capisce con Jorginho, ha un’intesa spontanea con Insigne. È stato sempre presente ma meno brillante Insigne che ha lasciato spesso a Biraghi il lato sinistro secondo la nuova lettura del suo ruolo fatta da Ancelotti. Sono mancati Chiesa e soprattutto Immobile».
La mancanza di un attaccante viene individuato come problema più ampio: «Immobile, con l’Italia, raramente ha giocato bene perché non è il centravanti tradizionale da area di rigore. Immobile è uno schema intero, copre tutto il gioco di attacco. Acquista peso via via che cammina, che si avvicina all’area. Deve avere il pallone molto prima della fine del campo. Altrimenti non si coordina, non trova il tiro. Senza di lui non abbiamo molti schemi di riserva. Insigne è il più avanzato dei centrocampisti, Chiesa è stanco e malservito, nessuno dei centrocampisti ha infine voglia di entrare in area, luogo in cui siamo sempre in pochi».
E allora ecco la soluzione di Sconcerti: «Per una Nazionale di stoffa fine meglio un centravanti grezzo, fisico, per esempio Pavoletti. Se ne va intanto la Nations League, ma è già tanto non essere finiti in serie B come la Germania. A me sembra chiusa la discesa, abbiamo più idee che uomini, questa dovrebbe essere una garanzia. Forse è nata l’Italia di Verratti».