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«Poveri turisti che reclamavano il loro posto numerato nei Distinti per Napoli-Liverpool»

A Napoli i posti numerati non vengono rispettati, ovviamente gli stranieri non lo sanno. Nei Distinti esistono anche i posti prenotati dai “capi”

«Poveri turisti che reclamavano il loro posto numerato nei Distinti per Napoli-Liverpool»

La vittoria più emozionante degli ultimi cinque anni

Cari amici del Napolista, la partita di Champions contro il Liverpool è stata probabilmente la vittoria più emozionante degli ultimi cinque anni, per il blasone dell’avversario affrontato e per il risalto che questo successo ha avuto in campo internazionale. Dico cinque perché le vittorie europee sono storiche, al di là di Juve Napoli dello scorso 22 aprile. Fondamentale soprattutto per una piazza come la nostra che dal 2013 non assaporava un trionfo contro una big europea. Tante belle prestazioni ma nessuna vittoria.

Il video della giornalista inglese

Se sul campo la squadra ha ricevuto complimenti anche da parte della critica inglese, questo non è accaduto nei confronti della struttura del nostro stadio. Ormai famose sono le dichiarazioni della giornalista della BBC che ha paragonato il San Paolo ai peggiori stadi di Africa e Sud America. Ha ragione e nessuno può criticarla per questo. Le dichiarazioni dell’assessore Borriello (“Vengono da fuori e ci dicono com’è il San Paolo”) lasciano a desiderare: la struttura deve essere decente non solo per i Napoletani, ma anche per chi dobbiamo ospitare.

La questione dei posti numerati

Fortunatamente la giornalista non conosce la questione dei posti numerati, altra cosa che farebbe scalpore all’estero.
Ora direte ‘“sì, noi napoletani lo sappiamo. In curva e distinti i posti numerati non esistono”, o meglio esistono ma non vengono rispettati. Per quanto mi riguarda, vivendo a Roma, sono stato costretto a partire molto presto per essere in zona San Paolo prima dell’apertura dei cancelli e cercare il miglior posto dentro l’impianto.

La pratica dell’acchiappa posti

Quella dell’“acchiappa posti” è una regola non scritta ma conosciuta da tutti coloro che frequentano lo stadio, fatta solo per far “perdere” interi pomeriggi a quelle persone che sarebbero entrate cinque minuti prima dell’inizio perché sicure di un posto con una buona visuale. e che invece devono essere all’interno dello stadio già 3-4 ore prima della partita. Conosco questa regola non scritta e mi sono adattato, ahimè. Fin qui tutto nella normalità, o nell’anormalità.

Esistono anche i “capi’ dei Distinti

Ma le partite di Champions non attirano solo i tifosi di Napoli, o meglio attiravano visto che i 37 mila presenti (di cui tremila inglesi) fanno emergere un’indifferenza degli ultimi anni nei confronti della competizione, ma anche turisti venuti al San Paolo per vedere il big match.
Sono entrato alle 18 e ho trovato un posto quasi centrale, quasi perché nonostante sia entrato subito, i centrali erano già ricoperti di sciarpe appartenenti ai “capi” dei distinti (non bastano quelli delle curve?).

Due svizzeri cacciati: jatevenne, a Napoli funziona così

Durante l’attesa della partita ero incuriosito dall’arrivo di molti stranieri e di come avrebbero reagito. La fortuna ha voluto che nessuno pretendesse il mio posto, nel caso me ne sarei andato per la vergogna, ma non si può dire lo stesso per altri. Due ragazzi svizzeri sono stati beffati più volte da persone che avevano occupati posti fantasma, cioè quelli che ancora dovevano essere occupati fisicamente.
“A Napoli funziona così, adattatevi. Non possiamo far cambiare i posti a tutti i tifosi ora”.
“Non stiamo in Svizzera, jatevenne”.
Il risultato è che i due ragazzi, dopo aver inutilmente chiesto spiegazioni agli steward, sono stati costretti a veder la partita dal vetro di confine con la curva.

Siamo bravi solo a pretendere

Stessa sorte è capitata a due ragazze giapponesi entrate durante l’inno Champions. L’unico buon esito è per due signori francesi. Hanno trovato persone che hanno compreso e lasciato il posto. La speranza è che almeno loro abbiano capito, erroneamente, che si trattava di un errore dei precedenti occupanti (magari non avevano letto bene il loro posto) e non della normalità.
Insomma, noi pretendiamo uno stadio all’altezza, una grande squadra, biglietti poco costosi e tante altre cose. Ma oltre ai diritti, quando saremo pronti per i doveri e a rispettare delle regole banali per molti, eccezionali a Napoli? Dobbiamo aspettare un nuovo stadio per sederci ognuno ai propri posti?
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