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L’ex arbitro Marelli: «Questo Var non serve a niente, lo stanno distruggendo»

Dal suo blog, Luca Marelli attacca il nuovo utilizzo del Var: «Non viene chiamato in causa nemmeno per episodi chiari, come la simulazione di Chiesa».

L’ex arbitro Marelli: «Questo Var non serve a niente, lo stanno distruggendo»
Uno dei tuffi di Chiesa, contro l'Atalanta

Alimentare le polemiche

Da due giorni scriviamo del Var, e delle polemiche per l’utilizzo (stringato o completamente assente) dello strumento di supporto tecnologico. Ieri abbiamo mostrato la simulazione di Chiesa diventata rigore in Fiorentina-Atalanta, questa mattina abbiamo riportato gli articoli dei quotidiani sportivi e generalisti sul caso. Ora è il tempo del parere di Luca Mareli, ex arbitro di Serie A che dal suo blog combatte da tempo una battaglia contro il nuovo utilizzo del Var.

Lo scrive proprio lui, prima di analizzare gli episodi di giornata. Leggiamo: «La domenica di Serie A ha offerto episodi che confermano come la nuova dizione del protocollo Var (e la sua conseguente applicazione) stia distruggendo uno strumento che, fino alla scorsa stagione, ha funzionato (quasi) perfettamente. Il Var , utilizzato in questo modo, non serve a nulla o quasi. Soprattutto se non viene chiamato in causa nemmeno di fronte ad episodi evidenti, per alcuni versi facili da individuare e sui quali chiunque avrebbe gradito un esito differente. Anche gli arbitri sono caduti in una confusione pazzesca, per la quale faticano a comprendere i limiti di intervento anche su decisioni palesemente sbagliate».

Gli episodi

Subito dopo, Marelli passa all’analisi degli episodi di giornata. Qui c’è l’articolo completo, noi ci limitiamo a riportare la sua moviola argomentata sul caso più caldo del giorno, quello relativo a Chiesa in Fiorentina-Atalanta. Leggiamo: «Valeri è in posizione perfetta per valutare l’entità del possibile contatto. Ed è per questo motivo che, probabilmente, il Var non interviene, ritenendo che si tratti di episodio soggettivo sul quale non gli è più consentito intervenire. Doveri (e siamo sempre nel campo delle ipotesi) ritiene che un minimo contatto ci sia. E, per tal motivo, non ci fossero gli elementi minimi per consigliare a Valeri una “on field review“. Il contatto c’è, effettivamente. Ma non per colpa del difensore dell’Atalanta Toloi piuttosto in conseguenza del tuffo (perché di questo si tratta) da parte di Chiesa».

Il tuffo di Chiesa

«Rigore inesistente, errore grave di Valeri ma, a mio parere, errore ancor più grave di Doveri al Var. Di frnte ad una simulazione di questo genere, non c’è protocollo che tenga. A maggior ragione se teniamo presente un altro elemento: Valeri ha ammonito Toloi. Per cosa può essere stato ammonito Toloi? Come sappiamo, in area di rigore un contatto tra le gambe (implicando ricerca del pallone) viene disciplinarmente depenalizzato: pertanto l’interruzione di un’azione potenzialmente pericolosa (come questa, considerando che non esiste ipotesi di chiara occasione da rete per la posizione defilata e per la presenza di altro difensore dell’Atalanta davanti a Chiesa) non avrebbe comportato il cartellino giallo ma solo l’assegnazione del calcio di rigore».

«Valeri, al contrario, ha ammonito il difensore per la spinta che, in realtà, non c’è mai stata. Per questo motivo, anche senza voler forzare l’interpretazione del protocollo, siamo di fronte ad un chiaro ed evidente errore. Valeri ha sanzionato un episodio (la spinta) che non c’è mai stata dato che Toloi, con le braccia, non sfiora nemmeno l’avversario. Il Var, al contrario, conferma la scelta di Valeri, completando un pasticcio che potrebbe portare alla richiesta di prova TV da parte della Procura Sportiva ai danni di Chiesa, chiaramente reo di comportamento antisportivo. Difficile prevedere l’esito dell’eventuale richiesta della Procura. Sebbene sia evidente che la Fiorentina abbia conquistato il vantaggio con un rigore del tutto inesistente.

 

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