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Quel dato ambiguo della difesa del Napoli: è in ripresa, ma è la quinta peggiore in Serie A

10 gol subiti in 7 giornate, un numero enorme. Ma i dati avanzati e queli delle ultime partite spiegano che il Napoli difende meglio di quanto si pensi.

Quel dato ambiguo della difesa del Napoli: è in ripresa, ma è la quinta peggiore in Serie A
Foto Ssc Napoli

I numeri

Ci sono numeri e numeri, alcuni possono mentire e altri decisamente no. Anche nel calcio, materia opinabile, gran parte dei giudizi si riconduce a una cifra che spiega il tutto, ma a volte può non bastare. È il caso della difesa del Napoli, al quintultimo posto in Serie A: solo Sassuolo, Chievo, Genoa e Frosinone hanno fatto peggio degli azzurri. I dieci gol subiti in sette partiti sono tanti, troppi, eppure sono appena quattro nelle ultime quattro uscite. Di questi, tre sono stati incassati sabato allo Juventus Stadium.

Come abbiamo detto sopra: ci sono dei numeri che chiariscono la situazione, ma ce ne sono alcuni che possono essere fuorvianti. Il dato del Napoli è ambiguo, risente delle sei reti incassate nei primi tre turni (!) di campionato, prima che Ancelotti decidesse di passare al 4-4-2. Da allora, il pallottoliere si è stabilizzato: un gol su rigore incassato a Torino – contro i granata -, altri tre nella stessa città, ma in un altro stadio. Porta imbattuta nei match casalinghi contro Fiorentina e Parma.

Poi, ci sono i numeri avanzati, che chiariscono ancora di più la situazione. Il Napoli di Ancelotti è la seconda squadra per tiri concessi, 9.4 per match. Appena 0.4 in più rispetto alla Juventus, che ha la miglior difesa del campionato. E allora il dato di sopra è ancora più ambiguo, alla luce del calendario: 9.4 tiri concessi per match contro Lazio, Milan, Sampdoria, Fiorentina, Torino, Juventus e Parma (i crociati in fondo per motivi di valore assoluto) sono un ottimo biglietto da visita difensivo. Come dire: ci sono cifre per cui il Napoli difende bene, altre per cui invece il valore della retroguardia è tra i più bassi del campionato. La verità, più o meno come al solito, sta nel mezzo.

In vista del ritorno

In realtà, il Napoli ha sempre subito poco. Ricorderete il dato incredibile delle prime tre giornate, per cui la squadra di Ancelotti incassò sei gol su altrettanti tiri in porta concessi agli avversari. Si trattava di occasioni facili che in qualche modo erano “lasciate” alle squadre avversarie, con il passaggio al 4-4-2 la situazione era migliorata – ripetiamo, un gol subito in 270′ di Serie A, 360 totali considerando anche la Champions. Poi c’è stata Torino, anzi la Juventus, e le cifre hanno ripreso ad essere negative. Fortemente negative.

È il segnale che qualcosa va ancora sistemato, anche se la Juve resta e resterà un caso a parte per forza d’urto, qualità, consistenza tecnica e fisica e psicologica. Insomma, i tre gol subiti a Torino sono una spia rossa che si riaccende, ma non tanto sul dispositivo difensivo di Ancelotti – che, tra l’altro, allo Stadium ha concesso ai bianconeri 9 conclusioni in porta – quanto sul futuro di questa squadra. In vista di match probanti contro giocatori fortissimi, c’è bisogno di qualcosa di più in fase di contenimento. C’è bisogno di rendere la vita più difficile agli attaccanti avversari.

Ora ci sarà il Liverpool, a stretto giro di posta arriveranno il Psg e la Roma. Poi l’Inter, infine nel girone di ritorno il Napoli affronterà di nuovo Lazio, Milan, Fiorentina, Torino e Juventus nelle prime sette giornate. Come dire: la crescita vista e percepita nelle ultime partite può, anzi deve essere estesa anche a partite più complesse. Ancelotti ha cercato e trovato un equilibrio diverso rispetto al passato, solo che si tratta di una condizione ancora instabile se sottoposta a grandi pressioni. È il solito discorso migliorativo per cui è semplice passare da zero a nove, mentre è decisamente più complesso fare l’ultimo passo che serve. Il tempo e il calendario, da questo punto di vista, sono alleati della squadra azzurra. Ora toccherà a Liverpool, poi al Sassuolo, all’Udinese e infine alla Roma. Altri esami intermedi per capire dove dirigere il lavoro di miglioramento difensivo.

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