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JuveNapoli, la guerra romantica tra due mondi lontanissimi

Allegri contro Ancelotti, certezze contro dubbi, potere contro idee: la sfida di domani, raccontata con (anche) con le citazioni di Bellavista.

JuveNapoli, la guerra romantica tra due mondi lontanissimi
Photo Matteo Ciambelli

Vivere abbracciati

JuveNapoli scritta cosi, decisamente cosi e non in altro modo che cosi. JuveNapoli è altro, è calore, è rabbia, frustrazione, è sentimento, è bipolarismo. Ti svegli convinto che vinceremo alla grande, dopo il caffè, il primo dei sette, la paura ti attanaglia e pensi che non c’è scampo. JuveNapoli è desiderio, è soddisfazione e la si vive abbracciati “Come gli angeli con una sola ala” in ricordo e in omaggio a Luciano De Crescenzo, a quel Bellavista che spiegava come gli uomini “con i dubbi” fossero delle brave persone… E chi, più di noi, vive di dubbi? Una squadra che ha messo a tacere chiunque contro colei che invece ha la fede incrollabile nella forza di una struttura multinazionale.

JuveNapoli è l’esercito delle idee contro quello della potenza; è Ulisse contro le mura di Troia, è la tramontana spontanea di autunno contro l’aria condizionata del palazzo con tutti i confort. JuveNapoli è calcio, alchimia, violenza di petto, ostracismo e ribellione; è Ronaldo, top-player tra i top-player, simbolo eretico di una Serie A modesta e bigotta contro un gruppo di anime in cerca di autore, di clamore, di consacrazione.

Natascia

JuveNapoli finisce quando comincia, e ricomincia quando l’arbitro fischia, è la pace dalle strade, la corsa nelle metro, le scuse per ritardare o mancare a lavoro; è il principio della follia pallonara, è l’emblema della simbiosi cittadina. “Ch’e po’no nun era meglio un abbonamento cu Natascia?”. E no! perché il masochismo che ne viene nel soffrire è poeticamente unico e sensazionale.

Juvenapoli è la guerra dei romantici, dei Lancaster e degli York, dei bambini che si sfidano tra i palazzi con le maglie di Insigne e CR7. È la maledizione di Allegri. Che, anche senza Sarri, si ritrova a raccogliere punti spogli da complimenti al contrario di Ancelotti che già pare sia in prossimità di mettersi una corona ed ergersi da Maschio Angioino con lo scettro in mano. JuveNapoli scritta cosi, ci torniamo con il nostro nero obelisco due passi da quella Mole che schiaffeggiò imponente e la rese inerme. E tutta Italia ne gioì, del resto io ci credo a ciò che dice ‘O prufessore: “A volte credo davvero che Napoli possa essere l’ultima speranza che resta alla razza umana“. In questo caso, al calcio italiano.

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