Il tecnico converte la squadra al 4-4-2, tiene Lorenzo vicino alla porta. Zielinski quando si accende è un’iradiddio. Allan polmoni d’oro. Zero gol subiti, per la prima volta
Addio comfort zone
Vittoria di un’importanza straordinaria contro la Fiorentina. Nel giorno in cui ha mostrato davvero le sue idee, addirittura con un cambio tattico e il passaggio a un 4-4-2 non ortodosso, Ancelotti ha avuto ragione. Il suo Napoli ha battuto la Fiorentina 1-0 con un gol a dieci minuti dalla fine di Lorenzo Insigne. Non un gol alla Insigne, dalla sua comfort zone. Ma un gol da attaccante, oseremmo dire da centravanti. Riceve un assist delizioso da Arkadiusz Milik, si gira e con freddezza e tempismo uccella brerianamente il portiere Dragowski.
C’è tutto il Napoli di Ancelotti nel gol. La famosa verticalità di cui tanto ha parlato il tecnico di Reggiolo. La palla, da Hamsik, in verticale per Milik che la appoggia, ovviamente in verticale a Lorenzo che non è Inzaghi eppure non se lo fa ripetere due volte.
Il cambio tattico
Ancelotti ha marchiato questo Napoli-Fiorentina dal primo minuto. Via il 4-3-3, si gioca con un 4-4-2 che non è sacchiano in purezza però è un primo cambiamento. Ancelotti prosegue anche il turn over e cambia cinque pedine rispetto alla sconfitta di Genova contro la Sampdoria (tre rispetto alla formazione delle prime due giornate). In porta torna Karnezis, Maksimovic in difesa al posto di Albiol e Mertens fa il centravanti al posto di Milik. Una prova tutt’altro che brillante quella del belga che sembra stanco e privo dello sprint che ne ha contraddistinto i periodi migliori.
Quando Zielinski si accende
L’obiettivo è tenere vicini Insigne e Mertens. Lorenzo decisamente più vicino alla porta. A farli scattare, più di tutti, è deputato Zielinski che, quando si accende, mostra lampi da fuoriclasse. Deve obbligatoriamente procedere a intermittenza. Altrimenti sarebbe un marziano. È lui a servire due palle d’oro nel primo tempo: a Insigne con un cross rasoterra da sinistra, Lorenzo tira di prima intenzione ma fuori di poco. Poi, con un assist per Callejon che è la fotocopia del passaggio che Higuain gli servì proprio a Firenze. In più, Piotr lo fa precedere da una piroetta su sé stesso: lo spagnolo si coordina benissimo ma il tiro finisce fuori di poco.
Di fronte, c’è una Fiorentina brillante, viva, ben messa da Pioli soprattutto a centrocampo, che pressa alto, con Gerson in bella mostra, sempre pronta a ripartire e con Chiesa che via via ha carburato fino a rendersi molto pericoloso alla fine del primo tempo.
I settori più vuoti sono le curve
Del San Paolo sappiamo. Si presenta con ampi spazi vuoti, paradossalmente il settore con meno spettatori sono le curve. Nei Distinti e in Tribuna c’è un discreto pubblico. Probabilmente le intenzioni presidenziali sono proprio queste. Alla fine gli spettatori sono 20.131.
Fa caldo. È il Napoli a fare la partita, anche senza grandi accelerazioni. Tiene palla, manovra e aspetta il varco giusto. La Fiorentina scalda le mani a Karnezis con un tiro da lontano di Eysseric e poi nel finale del primo tempo ha l’occasione migliore: Allan si addormenta al limite dell’area, perde una palla che grida vendetta, Chiesa se la accomoda e calcia sul secondo palo: fuori di poco. Poco altro da segnalare, se non le ammonizioni a Chiesa, Zielinski e Benassi.
L’attesa del momento giusto
Nella ripresa, si gioca a una porta. Senza assedio, ma a una porta. La più bella azione dopo due minuti, con Zielinski (ancora lui) che avanza, serve Callejon che appoggia all’accorrente Hamsik che spara alto. Allan sempre più nei panni del supereroe, con due recuperi da applausi su Eysseric e Chiesa. Prima di lasciare il campo a Milik, Mertens calcia fuori di poco da ottima posizione. Per il miglior Dries occorrerà un po’ di tempo.
Il Napoli ha la partita in mano. Aspetta il momento giusto. È sempre Zielinski ad accendere la squadra, al 63esimo con una serpentina e tiro alto di sinistro. Insigne si gira in area (prove tecniche di tramissione) e tiro sull’esterno della rete. L’unico sussulto viola è un’accelerazione di Chieasa con cross basso arretrato che per nostra fortuna nessuno sfrutta.
Ancelotti toglie Callejon e inserisce Ounas. Il Napoli è sempre lì. Pronto a colpire. Colpo di testa di Insigne (sì, colpo di testa), di poco fuori. Poi, azione alla Maradona (o forse sarebbe più corretto dire alla Waddle) di Allan ma il sinistro al tiro non è quello di Diego.
Al 79esimo il gol che suggella la partita e dà ragione ad Ancelotti. Dragowski nega il secondo gol a Zielinski. E Hamsik finisce con i crampi, ha giocato tutti i novanta minuti. Per la prima volta, il Napoli non ha subito gol (con Karnezis in porta). E in pochi avrebbero scommesso, con questo calendario, su tre vittorie in quattro partite.