Ampia intervista a L’Equipe: «Non porta giustizia, come abbiamo visto nella finale mondiale. Arriveremo ai portieri con l’auricolare, guidati dagli allenatori»
Lunga e interessante intervista de L’Equipe a Michel Platini ex signore del calcio (assolto dalle inchieste che lo coinvolsero). Vi riportiamo il passaggio sul Var.
Non possiamo non riportare la prima domanda e la prima risposta:
Qual è l’ultima bella partita di calcio che ha visto?
«(Lunga riflessione). Ajax-Bayern del 1973 (ride)! No, una delle partite più belle che hovisto negli ultimi anni è stata Barellona-Santos 4-0 finale della coppa del mondo dei club nel 2011. Neymar giocava ancora nel Santos e giocò contro Messi e tutta la banda. Erano 3-0 alla fine del primo tempo e mi alzai ad applaudire. C’è stato il calcio totale di Johan e c’è stato il calcio totale di Pep. Io non difendo che il gioco».
Var
«Il Var è video bricolage. Non ha apportato giustizia. Prendiamo ad esempio la finale di Coppa del Mondo. C’era il Var e per me sul primo gol della Francia non c’era fallo della Croazia. Sul secondo gol francese, è la regia che chiama l’arbitro che diventa una sorta di marionetta. C’è o no il fallo di mani? A velocità normale e ugualmente al rallenty, non c’è. Ma se guardiamo l’azione al super-rallenty che destruttura su quindici secondi un’azione che dura un millesimo di secondo, allora ecco che l’arbitro vede qualcosa e fischia il rigore. Tutta la Croazia era per il mani involontario, tutta la Francia per il rigore. Dov’è il progresso, dov’è la giustizia? Resta interpretazione».
Il giornalista gli oppone le statistiche della Fifa secondo cui la percentuale di decisione corrette è salita dal 95 al 99,3%
«Conosco la Fifa, fa parte del loro lavoro trovare le statistiche che vanno nella loro direzione. All’inizio del calcio, gli arbitri non c’erano. Poi ne è arrivato uno, poi due ai lati, poi la tv che avrebbe dovuto aiutare gli arbitri. Ma è un’illusione. Il calcio è uno sport fisico, di contatto. Toccare non vuol dire obbligatoriamente commettere fallo. Al limite, il video può realmente aiutare per giudicare un pallone che passi o meno la linea di porta. Non devono essere spazi per l’interpretazione, ma anche in quel caso è pericoloso.
Un giorno dissi a Blatter: “Tu introduci la Goal line technology, è l’inizio della fine perché tu inserisci la tecnologia nell’area di gioco. E adesso dove ci fermeremo? Può essere che domani i capitani e i portieri avranno gli auricolari e gli allenatori potranno parlare con loro e dirigere loro durante le partite: “Gioca a sinistra! gioca a destra!». Uccideremo definitivamente il calcio, come abbiamo già ucciso il ciclismo e la Formula Uno. O come abbiamo già ucciso gli arbitri. Se c’è l’arbitraggio video, vuol dire che li riteniamo inadeguati, bisognosi di un aiuto di persone a mille chilometri dallo stadio per prendere la decisione giusta. Perché tutti i responsabili dell’arbitraggio sono favorevoli al video? Per proteggere il loro sedere».
Cristiano Ronaldo
«Ho trovato bizzarro che a 34 anni lasci il Real Madrid, con cui ha vinto tre Champions consecutive, per provare una nuova avventura. A 32 anni, mi volevano molti club ma ero stanco e mi sono ritirato. Lui non lo è, si vede. Ma è la Juventus ad averlo contattato, o è stato Mendes a contattare la Juventus? Non ho ben compreso quest’operazione».