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La rotazione naturale: perché Ancelotti (e non solo lui) schiererà i titolari per Napoli-Milan

Le parole di Ancelotti in conferenza stampa fanno eco a quelle di Allegri: in questo avvio di stagione, è più importante fare punti e oliare i meccanismi.

La rotazione naturale: perché Ancelotti (e non solo lui) schiererà i titolari per Napoli-Milan

La conferenza stampa

Ospina-Karnezis, e nessun altro dubbio. Il racconto di Napoli-Milan, per quanto riguarda le probabili formazioni, si esaurisce qui. Per un motivo semplice, spiegato – direttamente e indirettamente – da Carlo Ancelotti nella conferenza stampa di ieri. Le parole del tecnico azzurro: «In questo momento, fare rotazioni è più difficile, c’è una sola partita a settimana. Quando inizierà la Champions, il turn over diventerà naturale».

Ci sono diversi ragionamenti dietro una frase così, apparentemente banale. Intanto, si parte dalla parola chiave “naturale”. Per rotazione “naturale”, Ancelotti intende il ricambio di ics uomini per match nei momenti di grande sforzo fisico – come ad esempio la settimana con tre partite. In questo senso, è memorabile la lezione di Benitez sul turn over durante una conferenza a Castel Volturno. Ve l’alleghiamo sotto, non per moto di nostalgia ma per renderci conto di come i temi non siano cambiati, da cinque anni a questa parte:

Renenber Rafa

In questo momento della stagione, la rotazione “naturale” di Ancelotti e Benitez non è attuabile. O meglio, è più difficile che possa essere attuata. Per due motivi fondamentali, l’ha spiegato lo stesso Ancelotti: perché serve che la squadra trovi, anzi costruisca, le sue certezze tattiche; perché i punti guadagnati oggi sono fondamentali per il conto a fine campionato, e allora schierare la squadra che dà più garanzie è una sorta di assicurazione.

È una doppia lettura semplice, ed anzi è propedeutica al turn over che sarà. Se il Napoli di Ancelotti, contro il Milan, affina i propri meccanismi tattici, migliora nei sincronismi e nell’abitudine a giocare in un certo modo, permetterà anche ai Verdi, ai Diawara, ai Malcuit del caso di inserirsi in un contesto funzionante. «Succederà che qualcuno giocherà di meno fino all’inizio della Champions, è inevitabile. Dopo, le cose cambieranno». Questa frase di Ancelotti chiarisce proprio il concetto appena espresso: il suo Napoli ha bisogno di guadagnare autostima e consapevolezza rispetto al nuovo modo di giocare. Un passaggio che faciliterà anche l’inserimento dei nuovi, quando ci sarà bisogno di loro.

L’importanza dei risultati

Lo stesso discorso è espandibile ai risultati. Non è solo una questione di tre punti che valgono ora come ad aprile 2019, ma anche di “banca”. Se il Napoli dovesse mettere insieme sei punti nelle prime due partite (contro Lazio e Milan, tra l’altro), potrebbe presentarsi più predisposto al turn over per un Napoli-Chievo e un Frosinone-Napoli che sarà. Può pensare di rischiare qualcosina in più alla vigilia di una trasferta di Champions, o di un turno infrasettimanale.

È una questione di qualità, che sale e che scende con le turnazioni: il Napoli ha lavorato per consegnare ad Ancelotti una rosa intercambiabile, due calciatori per ruolo. In alcuni slot, la differenza tra titolari alternative è sottile, in altri è leggermente più ampia. Pensare ad una squadra priva di un undici di riferimento è impossibile, l’ha spiegato anche Allegri nella conferenza stampa di ieri. Le stesse identiche parole di Ancelotti: in questo momento, è più difficile fare cambi se non forzati. Servono certezze, servono i cosiddetti “titolari”.

Dopo, uno dei compiti di Ancelotti sarà quello di valorizzare l’intera rosa. Succederà, ma è sempre meglio iniziare a farlo con una squadra (più) abituata a giocare in un certo modo e con una buona riserva di punti in classifica e di autostima. Con determinate sicurezze, le cose vengono più facili. Più naturali.

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