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La variante Milik, arma di fine stagione del Napoli

Dopo Sassuolo e Chievo, la certezza è che Milik può offrire uno scenario alternativo a Sarri: il Napoli riscopre vecchie/nuove possibilità tecniche e tattiche con il centravanti polacco.

La variante Milik, arma di fine stagione del Napoli
Foto Ssc Napoli

Un mese e mezzo fa

Pochi giorni dopo il rientro di Arek Milik tra i convocati, il Napolista pubblicava un pezzo in cui si parlava così di questo ritorno:

Il Napoli ha praticamente fatto un nuovo acquisto. Ha integrato la rosa, numericamente e tatticamente. Solo che il giocatore appena arrivato è reduce da un passaggio lungo in infermeria, da un vero e proprio calvario. Merita il tempo giusto di riadattamento. E anche al Napoli è dovuto un periodo di ricollegamento mentale con la presenza di Milik.

La presenza di Milik garantisce una maggiore fisicità in area di rigore, amplia la possibilità di servizio dall’esterno, per esempio un cross alto può diventare molto più pericoloso rispetto al passato. Si tratta di pure caratteristiche fisiche e quindi anche tecniche. Una prima punta più classica, anche se non soprattutto a partita in corso, può rappresentare un’alternativa stuzzicante al gioco tecnico e rapido garantito dal tridente Callejon-Mertens-Insigne.

Allo stesso modo, questo rientro potrebbe permettere al tecnico del Napoli di lavorare in allenamento sulla variante più offensiva. Quella  con Milik e Mertens e Callejon e Insigne in campo contemporaneamente. Una possibilità che era stata pensata e coltivata ad inizio stagione, e che potrebbe essere riproposta in questo rush finale. Difficilmente dall’inizio di una partita qualsiasi, più probabilmente in caso di necessità, di risultato bloccato.

Oggi

Era il 20 febbraio, e anticipavamo in pratica quanto successo nelle ultime due partite. A livello teorico e pratico, il ritorno di Milik come calciatore abile e arruolabile si è svolto proprio così. In realtà, basta seguire le interviste di Sarri per potersi fare un’idea chiara della situazione: il tecnico azzurro ha spiegato – anche ieri – che il rientro del polacco è avvenuto, deve avvenire e avverrà in maniera graduale. Per una questione di condizione fisica, ma anche di (nuovo) adattamento settimanale del Napoli nei confronti del gioco di Arek.

Poi c’è il discorso sugli equilibri tattici e sulla riconoscenza, che Sarri non farà mai: da una parte ci sono i risultati che il Napoli ha ottenuto senza Milik, con Mertens, del resto la squadra azzurra è ancora in corsa per lo scudetto e il centravanti belga ha segnato 17 reti. Discutere o criticare Dries e/o il “suo” Napoli sarebbe sbagliatissimo,  così come sarebbe ipocrita pensare che non sia scattato un meccanismo di gratitudine nei confronti di chi ha permesso alla squadra di arrivare a certi livelli. Anche da parte di Sarri, ovviamente

Domani

Ora, però, c’è da fare i conti con l’evidenza dei fatti. Ovvero: Mertens vive un periodo di difficoltà, e Milik sembra essere il calciatore più in forma. Inoltre, la presenza del centravanti polacco ha effettivamente ampliato il menù offensivo del Napoli. Ce ne siamo accorti a Reggio Emilia, ce ne siamo accorti ieri contro il Chievo, Alfonso Fasano ne ha parlato nella sua analisi tattica. Insomma, se Mertens è al tempo stesso (un po’) causa e (molto) vittima dei problemi offensivi del Napoli, l’idea di inserire Arek dall’inizio, proprio al posto di Dries, deve iniziare a fare capolino. A essere presa in considerazione.

Qui ricominceranno i discorsi multiformi sul modulo, ma il punto sta più che altro nelle reali condizioni di Milik. In uno stato di forma accettabile, intendiamo per 90 minuti veri, Arek può tranquillamente giocare come prima punta in un attacco a tre, con Mertens/Insigne/Callejon ai suoi lati. Come succedeva a inizio stagione scorsa, come è successo nelle partite di Verona e di Donetsk in questa stagione. Allo stesso modo, però, il compito di Sarri sarà capire come e se è possibile pensare alla variante Milik + tridente, come visto ieri col Chievo e a Sassuolo. In questo caso, si tratterebbe di una soluzione di emergenza rispetto all’andamento della partita, e del risultato.

Ecco, conoscendo Sarri noi propendiamo per la seconda ipotesi. Nel senso: il tecnico del Napoli proverà in allenamento il “famoso” 4-2-3-1, ma sempre come scenario alternativo rispetto al gioco consolidato. Poi dirimerà il ballottaggio Mertens-Milik, volta per volta. Tanto sono solo sette, seppure decisive.

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