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Sacchi: «Sono stufo di sentire che “basta vincere”, il Napoli di Sarri mi diverte»

Arrigo Sacchi ospite della Gazzetta dello Sport: «Allegri è bravissimo, ma ha dimenticato bellezza ed armonia».

Sacchi: «Sono stufo di sentire che “basta vincere”, il Napoli di Sarri mi diverte»
Arrigo Sacchi

Il forum alla Gazzetta

Arrigo Sacchi ospite della Gazzetta dello Sport, per parlare di riforme calcistiche. O meglio: per dire la sua su quelli che dovrebbero essere i punti cardine del nuovo progetto-Italia, dai club alla Nazionale. È l’occasione per tornare a parlare anche dell’ormai quotidiano dibattito sulla qualità del gioco, tra resultadismobelgiochismo.

Da questo punto di vista, Sacchi non sembra avere dubbi di sorta, come al solito. Leggiamo dal resoconto pubblicato stamattina dalla rosea: «Si deve mettere il pallone al centro del campo. L’Italia, dopo anni di oscurantismo calcistico, ha il dovere di darsi uno stile. Di gioco, prima ditutto. Ma anche culturale. Sarà mai possibile che da noi il calcio sia ridotto soltanto al verbo “vincere”. D’accordo, la vittoria è importante però una vittoria senza merito che cosa vale? Nulla. Si deve raggiungere il traguardo attraverso valori come il coraggio, l’armonia, la bellezza. Noi facciamo un calcio difensivo da sempre, d’altronde l’ultima guerra d’attacco l’abbiamo combattuta quando c’erano i Romani. Potrà mai essere strategico, mi domando, lasciare il pallone agli avversari come fanno la maggior parte delle nostre squadre?».

Sarri e Allegri

Dopo un lungo discorso sulla politica calcistica e sul futuro della Nazionale, la conversazione scivola di nuovo su concetti di campo: «Sono stanco di sentir dire “basta vincere” oppure “conta solo vincere”. In questo modo si annientano tutti gli altri valori. Noi italiani siamo stati abituati, nel calcio come nella vita, a ottenere il massimo con il minimo sforzo, ma non è questa la strada giusta per progredire. Se facciamo un calcio difensivo penalizziamo, oltre che l’ottimismo dei giovani, le loro qualità tecniche».

Sacchi e la bellezza intesa come sofferenza difensiva: «Io, quando soffro, sto male e non mi diverto. Non so voi, ma a me capita così. Ho sempre desiderato, con le mie squadre, essere padrone del campo e del gioco. Quando consigliai a Berlusconi di prendere Sarri gli dissi: “E’ venuto a San Siro e con l’Empoli ha dominato. Con l’Empoli, mi sono spiegato?”. Il suo Napoli mi diverte, mi affascina».

L’argomento Sarri-Allegri è il passo successivo. A Sacchi viene chiesto perché il Napoli sia dietro la Juventus, se le cose stanno così. L’ex ct risponde: «La Juve è straordinaria per carattere, per forza fisica, per determinazione. E anche per la storia e per la cultura che appartengono a quel club da più di un secolo. Contro il Tottenham hanno fatto un capolavoro, e in Champions possono andare avanti parecchio. Considero Allegri un maestro che ha elevato il tatticismo al massimo livello. Bravo, però si è dimenticato della bellezza, dell’armonia, della musica che deve suonare una squadra di calcio».

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