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Nove gol del Napoli su palla inattiva, solo la Juve ha fatto meglio

Un altro sintomo della crescita organica del Napoli di Sarri: nella stagione 2015/2016, appena 4 gol su corner o punizioni indirette.

Nove gol del Napoli su palla inattiva, solo la Juve ha fatto meglio
Foto Ssc Napoli

Da 4 a 9 e mezzo (e non è ancora finita)

Il gol di Albiol contro il Genoa vale tre punti pesantissimi, ma è anche un timbro statistico sul cartellino del Napoli. La squadra di Sarri è (diventata) letale sui calci da fermo, il difensore spagnolo ha centrato la rete numero 9 in campionato sugli sviluppi di palla inattiva. Per la precisione, 7 calci d’angolo e due punizioni non dirette. Una proiezione superiore a 12 da qui a maggio. Per quanto riguarda le punizioni dirette, ci sono quelle di Mertens a Genova e di Mario Rui a Cagliari.

Meglio di noi solo la Juventus

È la seconda quota della Serie A dopo la Juventus, in testa con 10 reti nate da palla inattiva (8 calci d’angolo e due punizioni non dirette). Più cinque punizioni dirette, tra Dybala e Pjanic (quota record per la Serie A). Al di là del confronto diretto e continuo con i bianconeri, si tratta di un dato importante nella crescita del Napoli. Nei due anni della gestione Sarri, c’è stato un costante aumento della produzione offensiva in questo genere di situazioni. Basti pensare che la prima stagione, 2015/2016, si concluse con appena 4 gol segnati sugli sviluppi di corner. Zero punizioni indirette, due punizioni dirette (entrambe di Insigne). Insomma, un numero bassissimo.

L’anno scorso il primo aumento: in 38 partite, 11 gol su sviluppo di calcio da fermo. Per la precisione, 9 angoli e due punizioni indirette. Le proporzioni, per fortuna solo quelle, sono rimaste identiche.

Quattro gol di Koulibaly

Come detto sopra, si tratta di un timbro statistico importante. Il Napoli (diventato) pericoloso sui palloni da fermo è una squadra che amplia le sue possibilità offensive. Basti pensare che le reti messe a segno in queste particolari situazioni portano la firma di Koulibaly (Lazio, Torino, Cagliari, Verona), Mertens (Sassuolo), Callejon (Sassuolo), Albiol (Genoa), Zielinski (Atalanta) e l’autogol di Souprayen (Verona). Cinque marcatori diversi e un avversario forzato a mettere la palla nella propria porta. Un numero elevato, che in qualche modo concorre a formare la pattuglia dei tredici calciatori azzurri a segno in tutte le competizioni dell’annata 2017/2018.

Già in passato avevamo toccato l’argomento calci piazzati, con un pezzo sugli schemi preparati da Sarri in allenamento. Oggi celebriamo il ritorno a due punti dalla Juventus, e una riapertura più ampia e concreta della lotta scudetto, grazie a un calcio d’angolo. Può sembrare un’improvvisazione, in realtà non lo è. Albiol e Koulibaly sono sempre presenti nell’area avversaria, ad ogni calcio dalla bandierina e per ogni punizione interessante. Il centrale spagnolo, a secco di gol da due anni, era già stato decisivo con l’assist a Mertens in occasione di Napoli-Sassuolo. Quella era una soluzione palesemente preparata in allenamento.

Come anche quella di ieri sera, la spizzata sul primo palo a deviare il pallone verso la porta. O nella porta. Basti pensare che nel primo tempo è stato Insigne a sfiorare un gol simile. Ha colpito il palo, ci sta per un calciatore che non supera i 163 centimetri. E che in carriera ha segnato un solo gol di testa. Sarebbe stato il colmo dei colmi.

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