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Fiorentina-Benevento, la vittoria dei viola nel ricordo di Davide Astori

Tanti momenti toccanti al Franchi: il gol con Victor Hugo, difensore centrali “sostituto” di Astori, con la maglia numeri 31. E poi l’ingresso in campo nel silenzio dello stadio della Fiorentina, gli applausi al Benevento, la coreografia e gli striscioni.

Fiorentina-Benevento, la vittoria dei viola nel ricordo di Davide Astori

Una partita surreale

Ci sono due chiavi narrative per Fiorentina-Benevento. Da una parte c’è il calcio, dall’altra c’è la giornata del ricordo e nel nome di Davide Astori. Il gioco racconta di una partita necessariamente surreale, complessa dal punto di vista psicologico. La Fiorentina di Pioli è una squadra visibilmente scossa, che subisce per lunghi tratti della partita il possesso palla dei ragazzi di De Zerbi. Il gol di Vitor Hugo arriva al minuto numero 25′, su azione d’angolo. Cross al centro, il difensore viola si alza in volo e impatta alla grande di testa. Puggioni è battuto, il Franchi applaude commosso.

Tante coincidenze, per il gol del difensore brasiliano della Fiorentina. Il suo numero di maglia è il 31, l’inverso del 13 di Astori. L’orario del gol, orientativamente per le ore 13. E poi il ruolo dello stesso Hugo, centrale difensivo di sinistra. Come Astori.

Una comunità in lacrime

Poi c’è tutto il resto del racconto, che è tutto fondato sulla celebrazione della memoria del capitano viola. Tanti momenti toccanti. Uno dei più significativi è l’ingresso in campo delle due squadre, in un silenzio incredibile e mai vissuto in uno stadio. Poi, il minuto di vero raccoglimento. Sessanta secondi dilatati, senza alcun rumore, con un meraviglioso applauso finale. Lo stesso applauso riservato alle due squadre, prima della partita. Il Benevento è stato accolto con un sentimento di grande fratellanza dallo stadio Franchi, che poi ha iniziato ad intonare tanti, tantissimi cori nel nome di Astori. 

Poi, il minuto 13′. La coreografia della Curva Fiesole, il gioco che si interrompe, altro commosso e rumoroso silenzio. Tanti striscioni, le parole di Firenze per il suo capitano. Le lacrime di un’intera città, di tutto uno stadio, della comunità calcistica italiana. Le lacrime che caratterizzano l’intero pomeriggio, fino alla fine della partita.  Ovvero, in cui i giocatori e i tifosi sciolgono gli ultimi nodi della tensione e si abbandonano ai pianti liberatori, applauditi ancora una volta dal pubblico. Escono i giallorossi di De Zerbi, ancora a zero punti in trasferta. Poi tocca ai giocatori di casa, che si abbracciano mentre piangono. Finisce così, una giornata che non dimenticheremo.

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