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I club di Serie A tratteranno con Mediapro solo dopo la certezza del pagamento

Perplessità e dubbi da ambo le parti: i club guardano con sospetto i manager spagnoli, a loro volta non proprio felicissimi di alcune mosse di Malagò, commissario di Lega.

I club di Serie A tratteranno con Mediapro solo dopo la certezza del pagamento

Una cena a condizioni

Ieri abbiamo scritto del passo indietro di Mediapro (la lettera che richiedeva il blocco dei pagamenti) e dell’invito a cena per i club di Serie A, in modo da avviare una trattativa comune sul fronte diritti tv. Oggi Repubblica spiega che i club hanno declinato la proposta degli spagnoli e attendono il pagamento della quota pattuita al momento dell’asta. Ricoridamo che Mediapro ha l’impegno di versare un miliardo di euro più cinquanta milioni per le licenze audiovisive del prossimo triennio del campionato. Il loro ruolo sarà però limitato all’intermediazione, all’interfacciamento con i broadcaster interessati a trasmettere la Serie A.

E proprio qui che casca l’asino. Secondo quanto riportato dal quotidiano romano, dietro questa cena ci sarebbe la volontà d Mediapro di fare pressioni sui club per il canale di Lega. Quello che viene definito come «l’unico mezzo che garantirebbe loro di rientrare dell’investimento fatto». O meglio, promesso. I versamenti non sono ancora arrivati, la scadenza per il primo anticipo (50 milioni) è fissata per martedì. Solo dopo il rispetto dei termini i club di Serie A incontreranno gli spagnoli.

Allo stesso modo, però, Repubblica scrive che anche i manager spagnoli sono indispettiti rispetto al comportamento di Giovanni Malagò, commissario di Lega. Leggiamo: «Da Mediapro si dicono per nulla contenti di tante cose: di non essere stati informati della lettera di Sky che una settimana fa caldeggiava la via di un nuovo bando; poi della risposta della Lega alla tv satellitare, ritenuta più possibilista del previsto; quindi del fatto che Malagò abbia letto la missiva di Mediapro in assemblea di A, al contrario di quelle che erano le aspettative di Infront». La stessa Infront che, attraverso le parole del suo CEO De Siervo, spingeva verso la rivoluzione spagnola.

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