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Diritti Tv, il riassunto della rivoluzione Mediapro. De Siervo: «Abbiamo liberalizzato il calcio»

La rassegna stampa sul caso Mediapro: gli spagnoli, secondo l’ad di Infront, agiranno come puri intermediari. Anche Sky fa marcia indietro rispetto alla belligeranza di ieri.

Diritti Tv, il riassunto della rivoluzione Mediapro. De Siervo: «Abbiamo liberalizzato il calcio»

Rassegna stampa

Serie A, Mediapro e la “ribellione” di Sky. Ieri abbiamo spiegato la situazione secondo il punto di vista della notizia “pura”, e poi abbiamo analizzato le possibili conseguenze di una svolta potenzialmente storica per il nostro calcio. Tanto che oggi l’intera rassegna stampa sportiva si apre con “La vera guerra del calcio”, per citare un titolo di Repubblica. I diritti tv a Mediapro ridefiniscono il nostro calcio, come spiega anche le Gazzetta: «Da oggi cambia il business del calcio in iv, cioè la leva che muove tutto il sistema pallonaro e che incide in maniera determinante nell’industria dei media. Con Mediapro titolare delle licenze è chiaro che Sky si troverà a perdere
la sua posizione di indiscussa leadership. Potrà continuare a essere l’editore del calcio ma d’ora in poi dovrà fare i conti con un soggetto (terzo rispetto a Lega e Infront) per la gestione dei diritti».

Anche se, subito dopo, la rosea spiega: «Mediapro approda in Italia senza propositi belligeranti. Ma tratterà con tutti indistintamente. “Per noi la cosa più importante è il tifoso – spiegano i fondatori di Mediapro, Taxto Benet e Jaume Roures -. Noi vogliamo dare a chi si abbona tutte le possibilità di vedere tutta la Serie A. Si vedrà su tutte le piattaforme possibili, in tutte le forme di distribuzione possibili. Pensiamo che la Serie A abbia un grande futuro, vogliamo fare un bel lavoro assieme alla Lega e agli operatori. Tenteremo di convincere tutti che sia importante dare la stessa immagine a tutto il torneo, e che noi abbiamo una grande capacità di produzione. Il marchio Serie A deve essere identificabile, come quando si guarda una partita di Premier e si capisce subito di che campionato si tratta».

Il canale della Lega

Sempre nel pezzo della Gazzetta, si legge del «pallino di Mediapro». Il famoso canale della Lega. Che, però, è in qualche modo vietato dal bando attraverso cui Mediapro ha acquisito i diritti: «L’azienda spagnola vrebbe voluto creare un canale tematico, con le gare di A e B e un palinsesto attivo 7 giorni su 7, da dare in affitto alle diverse piattaforme. La Lega, però, ha congelato il progetto, che avrebbe innescato effetti imprevedibili, con Sky pronta a cause legali: verrà ritirato fuori in futuro, o chissà tra qualche settimana se ­ caso remoto ­ l’Authority non dovesse approvare l’assegnazione. “Siamo convinti – dicono gli spagnoli ­- che la nostra proposta del canale crei più valore alla Lega e ai club, e crei un prodotto migliore per l’abbonato. Se non si sviluppa, da domani comunque lavoriamo sul progetto previsto dal bando”».

Dal punto di vista puramente economico, la Lega festeggia. Sì, perché dato l’esito negativo delle due aste precedenti, i risultati sono davvero ottimi. Leggiamo, sempre la Gazzetta: «I 1050 milioni di Mediapro vanno ad aggiungersi ai 371 di Img peri diritti esteri: siamo a quota 1421 milioni annui dai diritti tv (+26% sul ciclo precedente) e devono essere ancora venduti i diritti di Coppa Italia e Supercoppa (alcune decine di milioni), degli highlights e di altri pacchetti minori, con la prospettiva di tendere verso il miliardo e mezzo. È stata superata la Bundesliga (1,4 miliardi) e ci si è avvicinati alla Liga (1,636 miliardi). Che però, come l’irraggiungibile Premier
(3,25), deve ora commercializzare i diritti del post­2019».

La retromarcia di Sky

Dalla Gazzetta, segnaliamo anche un passaggio importante. Come linkato sopra, abbiamo scritto della “guerra” di Sky contro la decisione della Lega. La diffida inviata ai club di Serie A, però, sembra essere stato solo un passaggio formale. Sky, infatti, ha in parte ritrattato la propria posizione, mostrandosi collaborativa nei confronti di Mediapro: «Effettivamente, come dice De Siervo, con tre bandi c’è un bel po’ di confusione. Mediapro, però, dichiara di voler migliorare il prodotto Serie A rispetto a come lo vendevano sinora Infront e la Lega, allargando il bacino dei broadcaster e delle piattaforme acquirenti, e questo non può che essere positivo».

Le parole di De Siervo sono invece su Repubblica, che questa mattina propone un’intervista one-to-one: «Game, set, match. È una rivoluzione, questa. Abbiamo liberalizzato il calcio. Fino ad oggi era usato come prodotto esclusivo per piattaforme esclusive. E tutti pensavano che questo fosse l’unico modello possibile. Abbiamo dimostrato che così non è. Dal prossimo anno ci sarà una scelta più democratica».

La nuova condizione dei broadcaster e del tifoso, secondo De Siervo: «Da oggi qualunque operatore potrà sedersi davanti a Mediapro e aprire una trattativa. Poi gli spagnoli faranno dei pacchetti e li metteranno sul mercato,
rispettando le linee guida della Melandri e dell’Antitrust. Non mi stupirei se alla fine oltre a Sky e Mediaset la Serie A possa essere distribuita attraverso piattaforme come Perform, Fastweb, Amazon, Tim e Vodafone. Le stesse aziende che non hanno soddisfatto le nostre richieste con la prima parte dell’asta, ma ora abbiamo eliminato le barriere d’accesso. Da ogni azienda Mediapro prenderà un minimo garantito e una percentuale sulle vendite. E tanti minimi garantiti più le percentuali produrranno più utili rispetto alla vendita vecchio stampo a Sky e Mediaset».

La causa di Sky

Ieri, come detto, Sky ha inviato una diffida alla Lega Serie A. Il (nuovo) rapporto con l’azienda di Murdoch secondo De Siervo: «Affrontiamo l’eventualità di una causa con serenità. Abbiamo i migliori avvocati d’italia. Il
subcommissario di Paolo Nicoletti è famoso per il suo rigore. Abbiamo dato al sistema tradizionale tutte le possibilità del caso. Mi spiace vedere che un grande campione come Sky non sa perdere. Se dicono di voler rinunciare alla Serie A, vuol dire che hanno già iniziato la trattativa. Oggi Sky ha 2.3 milioni di abbonanti al calcio. Basta dare a questo numero un valore». Le rimostranze di Sky per il canale Lega/Mediapro: «C’è stata confusione: loro hanno partecipato al bando da intermediari, che li autorizza solo a fare pezzi di palinsesto e confezionare prodotti da rivendere. Ora tutto passa all’Autorità: sia noi sia Mediapro ci adatteremo alle sue decisioni. Certo, se per paradosso Sky con un’azione legale ci impedisse di fare l’assegnazione a Mediapro, allora torneremmo in possesso dei diritti e potremo fare quello che ci pare, anche il canale».

Dopo, c’è una parte importante sui prezzi: «Potranno sensibilmente abbassarsi». La Gazzetta spiega perché: «Mediapro non può avere rapporti diretti con il consumatore, che resteranno di pertinenza degli operatori. Ma sono
gli spagnoli a fissare i prezzi che gli stessi operatori devono pagare se vogliono distribuire la Serie A. E visto che si pagherà una tariffa comune a tutte le piattaforme, in proporzione al numero di clienti, ciò fisiologicamente potrebbe portare a un livellamento dei prezzi per il consumatore finale. Insomma, è possibile che mediamente il campionato arrivi a costare di meno».

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