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Il Napoli non è più il padrone della festa, ma il padrone di casa

Napoli-Spal, la partita non guardata: una domenica di pioggia, in cui accadono le cose. Il tiro a giro di Koulibaly, il vino buono che bastano pochi bicchieri.

Il Napoli non è più il padrone della festa, ma il padrone di casa
Foto Ssc Napoli

Vittoria di misura

Voglio segnare questa tra le domeniche importanti, voglio segnarla tra quelle decisive; se qualcosa arriverà, arriverà da questo pomeriggio. Pomeriggio di pioggia, una di quelle domeniche in cui non ti muoveresti dalla poltrona. Un buon libro, la giornata calcistica, Federer che vince il torneo n. 97 in carriera e da domani tornerà il numero 1 del mondo, a quasi 37 anni.

Una domenica di pioggia condivisa, piove tra le calli qui a Venezia, piove al San Paolo. Le uscite di oggi sono concordate e di ordinanza, riguardano i cani e i loro bisogni. A guardarli in faccia si capisce da subito che sanno del maltempo e di uscire non hanno voglia, ma non ho voglia nemmeno io perciò si convincono senza fare troppi drammi. È una domenica in cui si parla a bassa voce, si preferiscono le lampade basse ai lampadari, si spera di avere in casa qualche dolce o un numero consistente di biscotti con cui far scemare il pomeriggio. È una domenica in cui accadono le cose, cose che non hanno bisogno di troppo rumore; se stessimo parlando di calcio potremmo dire che si tratta di una domenica da vittoria di misura. Così dovrebbe essere, così è.

Il tiro a giro di Koulì

Eppure questa poteva trasformarsi nella domenica del tiro a giro di Koulibaly. L’avete vista l’azione del primo tempo? Quanto mi sarebbe piaciuto vedere quel pallone entrare, che certificazione di superiorità sarebbe stata per Koulibaly, i tifosi allo stadio sarebbero andati in estasi. E pure noi avremmo commentato sprecando quanti più aggettivi è possibile. Se il senegalese segna pure con il tiro a giro è davvero il più forte, o cose del genere. Insigne lo avrebbe applaudito, abbracciato, avrebbe scherzato.

La domenica sarebbe rimasta di pioggia ma avrebbe presentato qualche sprazzo di luce. Rimane però la domenica di misura, anche se il Napoli avrebbe potuto vincere anche con più gol di scarto e senza faticare. La Spal ci mise in difficoltà all’andata, oggi mi è parsa degna proprietaria dei punti che ha, anche se mi farebbe piacere che si salvasse.

Come Jep Gambardella

Una poesia molto bella di Ewa Lipska (in Il lettore di impronte digitali, a cura di Marina Ciccarini, Donzelli editore) recita:

Questa festa non ha storia.
Ci siamo semplicemente incontrati.

I primi due versi li applichiamo facilmente a Napoli-Spal, stravolgendo il senso di uno splendido incipit, ma con la grande poesia possiamo farlo, possiamo permetterci un gioco, tanto la sua bellezza resterà intatta, ma mi preme farvi leggere gli ultimi quattro versi, invece, e farli indossare al Napoli di Sarri.

Ci divertivamo fino al mattino.
La musica si apprestava a uscire.
Ci congedavamo fino
all’ultima parola.
Fino all’ultimo respiro.

Riconoscerete lo spirito del Napoli, soprattutto quello dell’anno scorso, quello che non risparmiava mai il fiato, che usciva di scena per ultimo, che non rinunciava all’ultimo bicchiere, all’ultimo assalto al novantesimo, fosse pure acquisito il risultato. Il Napoli dell’anno scorso era il padrone della festa, aveva quel potere che si attribuiva Jep Gambardella, interpretato dallo straordinario Toni Servillo, in La grande bellezza. Aveva cioè il dominio incontrastato del campo, del party, fino a decretare il fallimento di una festa, perfino della propria. Le partite pareggiate dominando, o addirittura perse.

Il vino buono

Quei quattro versi vanno benissimo anche per il Napoli di quest’anno. Il Napoli si diverte lo stesso fino al mattino, fino all’ultimo respiro, solo che ha capito che basta qualche bicchiere in meno, avendo il vino buono. Ha capito che l’ultima parola può essere detta molto tempo prima che gli invitati escano di scena. Il Napoli si è trasformato dal padrone della festa al padrone di casa. Un cambiamento non da poco, da qui non si torna indietro comunque finisca la stagione. La casa è nostra.

Chiudo spendendo qualche parola per Allan che è uno dei migliori giocatori del campionato e anche oggi è stato decisivo, realizzando un gol bellissimo, a termine di un’azione che è marchio Napoli, quei triangoli che sono l’essenza del gioco fatto bene, ma che non piacciono a chi non è capace di farne.

Note a margine

  • Segnavano ieri Giaccherini, Inglese, Pavoletti; e noi cosa dovremmo farci scusate?
  • Nona vittoria consecutiva.
  • Il Napoli sta facendo un campionato fuori da ogni grazia di Dio.
  • Esultare ed essere ammoniti, poi il gol è annullato ma l’ammonizione resta. Sono le regole, bellezza, ma capiamo il giramento di palle del capitano.
  • #IoStoConSarri anche di misura.
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