Appunti tattici sul Cagliari, prossimo avversario del Napoli: Pavoletti e Barella sono gli uomini di riferimento di un sistema lineare, difensivo, basato essenzialmente su densità e lanci lunghi.
Una squadra diversa
Un girone fa, Napoli-Cagliari finì con il risultato di 3-0 in favore della squadra di Sarri. Probabilmente, una delle partite meglio gestite della stagione da parte degli azzurri. Un ricordo che dovrebbe far ben sperare i tifosi partenopei per domani sera, se non fosse che il Cagliari di oggi è una squadra completamente diversa. Il lavoro di Diego Lopez ha riscritto i principi della squadra rossoblu, ha creato degli equilibri più speculativi tra fase offensiva e fase difensiva. Una scelta funzionale, anche se il Cagliari non ha ancora un margine di grande sicurezza sulla zona retrocessione: nelle otto partite iniziali con Rastelli in panchina, 14 gol subiti. Con Lopez, invece, la quota è scesa di parecchio: 22 reti incassate in 17 match.
Se volessimo banalizzare potremmo parlare di passaggio da un modulo di tipo offensivo (4-3-1-2) a uno di tipo difensivo (3-5-2). Ovviamente, dietro questo cambio di disposizione c’è un lavoro di adattamento dei principi di gioco della squadra. Il Cagliari di oggi lavora soprattutto con la densità difensiva in zona centrale e con i palloni lunghi alla ricerca di Pavoletti. Il primo parametro è garantito dalla presenza di tre centrali puri (Castan. Ceppitelli e Andreolli dopo il mercato di gennaio); il secondo è leggibile nelle statistiche avanzate della Serie A, che fanno del Cagliari la seconda squadra per lanci lunghi (70 per match) dopo il Verona e la 16esima per conclusioni costruite ogni 90′ (10.6).
Calciatori
L’organico del Cagliari sembra perfettamente predisposto per questo tipo di gioco, grazie alla presenza di Pavoletti (utilizzato come pivot avanzato) e di una batteria di seconde punte rapide, veloci, che si sono alternate accanto all’ex centravanti del Napoli. Parliamo di Farias, Sau, Joao Pedro. La particolarità nell’organico di Lopez è l’assenza di esterni a tutta fascia, solitamente i calciatori con le caratteristiche migliori per operare nel ruolo di quinto a centrocampo. Il tecnico uruguagio alterna nei due slot calciatori con qualità diverse, ad esempio interni adattati come Padoin o Dessena. In realtà ci sarebbero Lykogiannis e Faragò, ma Lopez non ha dei riferimenti fissi per quelle due posizioni in campo.
L’approccio del Cagliari è quindi fondamentalmente difensivo, soprattutto in partite sbilanciate come ad esempio quelle contro le prime della classe. Contro la Juventus, qualche settimana fa, la squadra di Lopez ha messo insieme appena 4 conclusioni non intercettate dalla difesa bianconera. Di questi, solo 2 nello specchio della porta.
Dal punto di vista degli sviluppi di gioco, il lancio lungo per Pavoletti avrebbe come obiettivo secondario la riconquista e la gestione della seconda palla, dopo la spizzata del centravanti (115 duelli aerei, prima quota in Serie A, con un rapporto del 55%). Per questo lavoro, è fondamentale il contributo di Niccolò Barella. Nella posizione di interno, il calciatore più promettente della rosa di Lopez è un vero e proprio hub creativo. Le sue qualità di conduzione del pallone e la capacità di leggere il gioco aprono al Cagliari le migliori occasioni manovrate.
Conclusioni
Il Napoli andrà incontro a un match difficile, soprattutto dal punto di vista offensivo. Il Cagliari opterà per un atteggiamento speculativo, terrà le linee compresse nella sua metà campo, e gli spazi intasati. Lo scenario tattico più complesso da scardinare, soprattutto attraverso la manovra lineare tipica della squadra di Sarri. La virtù principale sarà quella della pazienza. Anche perché il rendimento finale della squadra di Lopez, in fase di non possesso, non è ancora di altissima qualità: 15 conclusioni concesse per match. Come dire: l’occasione arriverà, e sarà fondamentale riuscire a creare le migliori condizioni in fase d’attacco. Attraverso la qualità, dei singoli e quindi del possesso. Attraverso il gioco. Ci vorrà il miglior Napoli.