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Nicolò Barella, il top dei giovani in Italia (un discorso sull’età e sul mercato del Napoli)

Il talento del Cagliari, la sua completezza e il significato della sua (già vasta) esperienza in Serie A: un esempio da seguire, dal Napoli e da tutti.

Nicolò Barella, il top dei giovani in Italia (un discorso sull’età e sul mercato del Napoli)

Predestinato

In un pezzo pubblicato da Ultimo Uomo, Dario Saltari scrive così di Nicolò Barella, 20enne centrocampista del Cagliari: «Barella è uno di quelli che ti fa girare per strada, o tenere la bocca aperta senza accorgertene. E il motivo è esattamente che, molto prima delle sue qualità fisiche o tecniche, Barella sembra percepire il gioco in maniera diversa, più profonda rispetto agli altri».

Barella gioca a centrcampo, quindi è anche geograficamente predisposto ad una diversa, migliore comprensione del gioco. E gioca in modo totale, nel senso che interpreta il ruolo nella maniera più classica ma al tempo stesso più moderna: fa tutto, non è uno specialista ma ha caratteristiche di assoluta completezza. Anche questa è una percezione, che nasce dalla sua percezione rispwetto al gioco. È tutta una questione di cose che avvertiamo, ma in realtà sono sempre state certe cose a spiegare la predestinazione calcistca. Non la puoi individuare né quantificare, si vede e basta. Da un movimento, dalle intuizioni, dal posizionamento del corpo. Tutta roba che non si può parametrare, misurare, concretizzare nell’oggettività.

Età

Nicolò Barella ha giocato 15 partite e segnato 2 gol, quest’anno. In Serie A, a 20 anni compiuti. Niente male, diciamo che è uno che ha saputo rispettare le attese dei suoi esordi giovanili, lui che ha giocato in tutte le nazionali dall’Under 15 fino all’Under 21, e che sembra avere un posto già assegnato nei pensieri del futuro ct (a proposito: ma chi è?). In tutto, le partite in massima serie col suo Cagliari sono 43, saranno una sessantina scarsa o rotonda nell’estate dei suoi 21 anni.

Ecco, l’Italia in questo modo sta aprendo una finestra sull’Europa. È significativo che lo faccia il Cagliari, una società dalla proprietà giovane come tempi e come anagrafica del presidente. E noi del Napolista lo diciamo qualche ora dopo aver visto Nicolas Burdisso, 37 anni da compiere, in campo da titolare con il Torino. Una partita pessima, quella del centrale argentino.

Ecco, il discorso è proprio questo: il Torino non potrebe dare spazio a un altro Barella piuttosto che a un difensore stagionato, non reattivo, dalla carriera praticamente finita? Non parliamo di un aspirante top come Barella, sappiamo di essere su un altro pianeta. Né parliamo di italiani, non siamo autarchici-per-forza. Semplicemente ci chiediamo se un 21enne-22enne non possa essere più performante di Burdisso. Non si tratta di commettere meno errori, è anche giusto che un calciatore come Burdisso ne commetta di meno. È anche una questione di prospettive, economiche e tecniche. Un discorso più ampio, che ti permetta di vincere cinque partite domani al posto delle tre di oggi con Burdisso.

Napoli

Barella sarebbe perfetto per il Napoli. Ha un approccio composito al gioco, ragiona contemporaneamente sulla conduzione del pallone e sull’interazione con i compagni. Un perfetto elemento per un sistema organico come quello di Sarri, lo leggi anche nelle statistiche: passaggi (84% di precisione in una squadra come il Cagliari), 13 occasioni create, 62% di duelli vinti e due azioni difensive di media a partita. Difficile trovare un calciatore con questa completezza formale e sostanziale. Difficile immaginare anche i margini di miglioramento di un 20enne che gioca così, così bene, alla seconda stagione in Serie A.

Barella a Napoli, però, è già un’utopia. Perché ci sono Juventus e Roma, ma non è nemmeno questo il punto. Il punto è che certi calciatori italiani, il Napoli, non lo considerano. Probabilmente è anche “colpa” del Napoli, che non si rivolge a un certo tipo di mercato. Non è un caso, ma un insieme di cose, se negli ultimi cinque anni il club partenopeo abbia acquistato il solo Gabbiadini come promessa domestica. Sono arrivati anche Hysaj e Jorginho, ma di italiani si fa grande fatica a parlare, da sempre. A meno di arrivare a Zerbin e Mezzoni, ma quella è un’altra cosa.

Nicolò Barella, esattamente come Federico Chiesa, rappresenterebbe un perfetto trait d’union tra il passato, il presente e il futuro. Ci sono Hamsik e Callejon da sostituire, magari non subito ma da qui a qualche anno. C’è una squadra che gioca insieme da anni, che proprio per questo va integrata per le prossime stagioni. Ecco, Barella incarnerebbe una figura di accompagnamento e di rottura. Un investimento di grande lungimiranza, profondo e ricco di significati. Non ci sono voci in merito, stiamo agendo solo di fantamercato. È più un invito, insieme a un pezzo che racconta Barella per raccontare il calcio italiano e il mercato del Napoli. Speriamo possa fare effetto.

 

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