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Insigne, Del Piero e l’epica mediatica del tiro a giro

Un gesto tecnico che, da Del Piero in poi, ha segnato la narrativa del gioco. Incidenze statistiche, efficacia e bellezza di una conclusione iconica, che ha influenzato il calcio moderno. A partire da Insigne.

Insigne, Del Piero e l’epica mediatica del tiro a giro

Storia politica di un gesto tecnico

Il tiro a giro è nel racconto del calcio uno dei gesti più apprezzati e lodati. Pur non arrivando all’unicità della rovesciata o del colpo di tacco, esso mantiene uno status superiore ed un racconto particolare, quasi mitopoietico, nella costruzione narrativa del calcio italiano contemporaneo. Questo perché, mentre il calcio diventava un format tv — dal 1993, con l’arrivo dei posticipi su Tele Più -, Alessandro Del Piero portava nuova vita e nuovo significato al tiro a giro; con l’avvocato Agnelli che lo soprannominava “Pinturicchio”, con la nascita dei “gol alla Del Piero”, e con Gianni Mura che invitava i ragazzi a calciare come lui.

Nonostante i tiri a giro di Del Piero si concentrino fondamentalmente negli primi anni della sua carriera — e molto più raramente dopo l’infortunio al ginocchio del 1999 — l’impatto emotivo della sua ascesa legata alle nuove modalità di fruizione del campionato hanno creato un topos narrativo da cui non riusciamo a separarci. Insomma: ogni volta che un giocatore carica un tiro a giro le nostre aspettative si elevano alle stelle; e se il tiro non va a buon fine siamo più portati a giustificare l’autore del tiro, per il ricordo della stagione dei “gol alla Del Piero”.

Gli esordi di Del Piero

Oltre che i tifosi, questa dinamica sembra influenzare anche alcuni giocatori, soprattutto quelli cresciuti dopo l’esplosione di Del Piero, e ancora di più quelli che hanno improntato la loro carriera sul replicare quella dell’ex numero 10 della Juve: uno fra tutti, Lorenzo Insigne. Altra questione importante da considerare: mentre noi tifosi possiamo relativamente disinteressarci dell’efficacia delle scelte dei giocatori in campo, preferendo giocate di classe a scelte efficaci, lo stesso non può valere per i giocatori, che ormai, come in tutti gli sport professionisti, vengono valutati dal mercato sempre più come ingegneri di decisioni complesse.

Ciò comporta che, oltre all’aspetto psicologico che l’alone di Del Piero ha lasciato sul tiro a giro, bisogna anche considerare l’efficacia statistica dei tiri a giro. Anche perchè il calcio — seguendo l’ormai consolidata tradizione degli sport americani — sta vivendo infatti la sua “rivoluzione quantitativa”, resa possibile dall’utilizzo comune di modelli statistici e dall’analisi di una grande quantità di dati. Se ad esempio prendiamo il modello di expected goal ad oggi più utilizzato (quello di Michel Caley), possiamo notare come, in assoluto, le scelte di Insigne non siano particolarmente fruttuose.

Del Piero spiega il tiro “alla Insigne”

Il modello di Caley è basato sull’analisi di tutti i tiri di tre stagioni di Premier League, numeri abbastanza alti da stabilizzare le percentuali. Come si vede da questa mappa, le zone da dove solitamente partono i tiri a giro hanno una percentuale di realizzazione tra l’8 e il 16%.


Mentre come mostrano le due mappe successive rispettivamente i passaggi e i cross dalle medesime zone hanno una percentuale di diventare assist che viaggia, grossomodo, tra il 12 e il 21%.


Nel “microcosmo Insigne” il tutto assume ancora più significato, poiché guardando ai dati delle ultime tre stagioni (quelle a guida Sarri), Insigne ha effettuato 317 tiri di destro con una percentuale realizzativa del 9,4%. Il dato reale però, epurato dai gol di destro segnati da Insigne da posizione centrale o comunque non a giro (almeno il 50% ad essere generosi), fa scendere la percentuale al 4,9% (15 su 302 come segue da questa tabella).

Se poi consideriamo quanto Insigne sia fenomenale nel dare la “palla alla Insigne” — ormai marchio di fabbrica dall’asse Insigne-Callejon — possiamo apprezzare ancora di più come il “bias alla Del Piero” incida negativamente non solo sul racconto del calcio, ma anche sulle scelte di uno dei migliori giocatori italiani.

 

L’articolo è stato pubblicato originariamente da Mediabias (qui)
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