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I tormenti del giocatore di fantacalcio

Puoi esultare al gol d Mertens anche se tifi Atalanta, smadonnare per i voti senza criterio assegnati in Lazio-Chievo, o rammaricarti per aver venduto Quagliarella per Dzeko

I tormenti del giocatore di fantacalcio
Mertens su Instagram prevede che tornerà a segnare e lo annuncia ai fantacalcisti

L’universo parallelo

C’è un frame nel video del gol di Mertens a Bergamo che nemmeno la ricostruzione tridimensionale effettuata da Sky “con le migliori tecnologie disponibili al mondo” è riuscita a triangolare: due o tre tifosi dell’Atalanta che sullo sfondo s’impennano in una stramba esultanza. Sono i Presidenti di Mertens, quelli a cui Ciro ha mandato una foto dalle ferie per tranquillizzarli sull’effettivo riposo, sono quelli a cui poi dopo la partita ha spedito il video-selfie di conferma: ve l’avevo detto che tornavo a segnare.

Non i tifosi del Napoli, i tifosi di Mertens e basta. Sono gli abitanti di un universo parallelo in cui “solo la maglia” è un dogma senza significato, e che ogni domenica regola i bioritmi e gli umori delle famiglie italiane quasi più del tifo classico: il fantacalcio. Una patologia che rende la lotta scudetto tra Napoli e Juve una diatriba banalmente main stream: sì ok, il campionato, ma vogliamo parlare del 4 a Romulo? Sicché le personali fanta-carriere sfondano conflitti di interesse più o meno sopiti (tifo per l’Atalanta e ho Mertens al fantacalcio… c’è gente che s’è arresa agli psicofarmaci per molto meno), in un’orgia di colori frullati: Juve e Benevento, Inter e Spal, Verona e Lazio, poco importa.

Come per il fight club

Ci giocano tutti, i giocatori che si comprano a vicenda e gli stessi giornalisti che poi ne dirigono le sorti pagellando ogni maledetta domenica. Tanto che pure Spalletti s’è scocciato e li ha sgamati in conferenza stampa. Ma quelli niente, zitti, che al fantacalcio vale la prima regola del fight club: non si parla mai del fight club, e del fantacalcio. O quanto meno in pubblico non sta bene farsene un vanto, il gioco di ruolo denuncia l’obsolescenza mai avvenuta della più bella pubertà. Ma poi, al ritorno dall’ufficio, ce ne stiamo inchiodati al divano per il “monday night” tra Juve e Genoa pure se tifiamo Lumezzane, questuando un mezzo voto in più che potrebbe cambiare il destino della faticosa settimana a venire. E le mogli e le fidanzate se ne fanno una ragione, più o meno comprensive, quando non ricorrono ad un supporto legale.

Il Napolista questo sguardo laterale sui weekend pallonari non poteva farselo mancare, e anzi ha deciso di farne un appuntamento settimanale.

Prendiamo Nuytinck, ad esempio

Ormai i profili social della Gazzetta dello Sport e di Fantagazzetta (le due testate di riferimento per i voti) il lunedì sono un raccoglitore di bestemmie incrociate. È tutto sommato una evidenza matematica: se tutti hanno tutti, i voti non potranno che scontentarne almeno la metà. E hai voglia a spiegarne la ratio, le pagelle sono tutta benzina su un fuoco che si autoalimenta nel confronto, nel paragone. Se Nuytinck dell’Udinese prende 6,5 su Fantagazzetta, come fa la Gazzetta dello Sport a bocciarlo con un 5? Che partita ha visto l’inviato? E il voto statistico? Allora lo vedi che il robot è meglio dell’uomo? Ecco, una roba così. In loop.

Il rilancio di Alisson vale come assist?

Se vi ostinate a pensare che il campanilismo calcistico sia ancora il motore dei processi del lunedì non avete capito niente. Mentre El Shaarawy esultava a San Siro domenica sera, un plotone di fantallenatori s’affannava a imbastire Var casalinghe cercando di capire se effettivamente il rilancio di Alisson potesse considerarsi assist. La risposta è no, e su quel punto assegnato o meno balla la tenuta di amicizie decennali.

Il 7 a Pucciarelli, come Luis Alberto

La giornata rivista al fantacalcio è in effetti un ottimo filtro per godersi l’altro campionato, quello dei dettagli. Per esempio, checché ne dica il tabellino, Lazio-Chievo per la Gazzetta non è finita 5-1. Stando alle pagelle del Chievo infatti, a occhio, trattasi al massimo di 1-0, ma proprio di quelli stretti stretti: Cacciatore 6, Gobbi 5,5… sono i difensori di una retroguardia che ha subito 5 gol? Bastos, che ha pur segnato e gioca nella squadra che quei 5 gol glieli ha rifilati è giudicato con lo stesso identico voto di sufficienza stentata. E Pucciarelli vale evidentemente il 7 di Luis Alberto, in un rivoluzionario azzeramento del risultato finale.

Il metro di giudizio

Il metro di giudizio, vera pietra miliare di ogni fanta-polemica che si rispetti, è un concetto con il quale gli inviati della rosea non hanno ancora fatto pace: Romulo del Verona scamazzato in casa dal Crotone viene punito con un 4 quando su Fantagazzetta prende 5,5, reo addirittura di aver sbagliato un gol facile. A Cagliari un gol regalato a Barella non vale a Donnarumma l’onta del 4, come i due gialli di Rodriguez che potevano costare al Milan i 3 punti: 5 per entrambi. Identico al 5 in condotta a Insigne per i capricci rintuzzati da Sarri, mentre Verdi, l’“eroe” che aveva rifiutato il Napoli pur di andare a battere il Benevento con ben due assist, vale 7,5, appena mezzo voto in meno di Quagliarella in tripla o Milinkovic Savic. Il retro-pensiero è una forma d’arte, questo è.

La pagella di Cancelo

Restano a noi, più che altro, spunti di piccolo taglio. Tipo quello della pagella di Cancelo sulla Gazzetta: “Mesi fa passava in mix zone dopo le partite col cartone della pizza (e giocava poco). Adesso apparecchia due grandi cross per Eder e Perisic”. O tipo il partito senza simbolo dei Presidenti di André Silva: Gattuso va in conferenza stampa prima di Cagliari-Milan e dice che è il più voglioso, il più promettente, il più talentuoso, il più bello persino, e che lui – sì, se lo dice da solo – deve avere il coraggio di buttarlo nella mischia. E poi non gli concede manco un minuto.

Quagliarella vale più di Dzeko

La logica, soprattutto quella del più forte, in questo circo contorto ha spesso poca presa. Altrimenti mai avresti previsto, in un sol boccone, il rinascimento di giovani promesse smarrite (Berardi e Kessié, che non segnavano dal Governo Giolitti) e di vegliardi ringalluzziti da una sentenza giudiziaria. Sì, parliamo di Quagliarella, ovviamente, che da quando un tribunale gli ha condannato lo stalker riabilitandolo agli occhi di mezzo mondo ultras, ha preso a segnare come mai prima e non s’è più fermato.

Il fanta-mondo gira di moto proprio: i Presidenti di Quagliarella si godono i suoi 15 gol inediti, e chi s’era venduto la nonna per acquistare Dzeko in estate ora se lo ritrova a Fiumicino col biglietto per Londra. Così si vincono gli scudetti, al fantacalcio. Non v’è certezza in questo pazzo spettacolo. Vuoi mettere con quella scolorita nenia bianconera che annoia il campionato reale da sei anni? Ora che s’è ridestato Mertens, magari, cambierà tutto. O forse no. Intanto, ieri, Mertens ha ringraziato chi ha continuato ad avere fiducia in lui. Non Sarri, non De Laurentiis. Gli altri, i suoi Presidenti.

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