Al di là delle dichiarazioni, Sarri è quello che ci crede di più. Ci sta provando con una squadra che non è la più attrezzata
Il campionato rasenta la perfezione
Azzurri campioni d’inverno, in fuga (con la Juventus a un’incollatura) su Inter (-9), Lazio (-11) e Roma (-12), le ultime due con una partita in meno. Il campionato del Napoli sinora ha rasentato la perfezione, l’unica sconfitta è arrivata contro gli avversari più forti e nemmeno gli infortuni di Milik e Ghoulam ne hanno rallentato il passo.
La predilezione per i pupilli, come Mazzarri
Io non sono dello stesso avviso, continuo a vedere lo scudetto come un obiettivo difficile da agguantare. Sicuramente meno alla nostra portata della Coppa Italia. Se tanto mi dà tanto, anche l’Europa League verrà vista più come un ostacolo che come un’opportunità. Sotto questo aspetto Sarri si sta rivelando sorprendentemente simile a Mazzarri (che intanto approda al Torino e al quale vanno i nostri migliori auguri), fatto salvo l’impianto di gioco che è decisamente imparagonabile.
Anche la predilezione per i pupilli accomuna i due tecnici toscani. La differenza è che di Modesto e Rolando Bianchi al Napoli si parlava soltanto, mentre Sarri il suo Empoli lo ha trapiantato quasi di sana pianta all’ombra del Vesuvio. Se dovesse arrivare Verdi sarebbero ben 6 i calciatori in rosa che il mister allenò ad Empoli (Sepe, Hysaj, Mario Rui, Zielinski, Tonelli) ai quali va aggiunto Valdifiori che arrivò insieme al mister.
Sarri è il più convinto
Tutto ciò, naturalmente, rappresenta solo una conferma di quanto Sarri sia estremamente convinto del proprio lavoro. Probabilmente, in questo momento e al di là delle colorite ed apotropaiche risposte alla stampa, è il più fiducioso di tutti sulle possibilità tricolori degli azzurri. Va, per questo, sostenuto, seguendo lo “spalla a spalla” di beniteziana memoria. Non si tratta di un modo di salire su un presunto carro (anche perché al momento non c’è nessun vincitore), ma di assumere la consapevolezza che abbiamo un allenatore che ritiene di poter raggiungere un obiettivo storico.
I due pericoli
Di che cosa, allora, dobbiamo avere paura? Cosa potrebbe spezzare il sogno?
Credo che i pericoli siano sostanzialmente due, uno tecnico ed uno mentale.
Quello mentale è costituito dall’atteggiamento che la squadra saprà avere nei momenti di tensione, da come reagirà, ad esempio, ad episodi come quelli di Udine dell’anno scorso.