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Benedetta l’Atalanta: il Napoli si è risparmiato un altro psicodramma-Juventus

L’ansia mediatica per il confronto con i bianconeri, e la ricezione di un’altra (eventuale) sconfitta avrebbero completamente distrutto l’ambiente. Del resto, i casi delle ultime settimane del Napoli sono legati alla Juventus.

Benedetta l’Atalanta: il Napoli si è risparmiato un altro psicodramma-Juventus
Photo Matteo Ciambelli

Coppa Italia

Sapete come la pensiamo, come la pensiamo da sempre: le grandi squadre sono e diventano grandi squadre quando riescono ad affrontare con un approccio competitivo tutte le competizioni. Non siamo stati felicissimi (eufemismo) quando il Napoli e (soprattutto) l’ambiente-Napoli hanno preso a snobbare la Champions League. Non è un atteggiamento da top club, o da pubblico di top club. Stesso discorso per Europa League, Coppa Italia, supercoppe varie. Però c’è un’eccezione. Questa Coppa Italia, che avrebbe condotto a un altro (doppio!) incrocio con la Juventus. Sarebbe stato oggi, stasera si gioca Atalanta-Juventus quando invece il calendario avrebbe potuto prevedere Napoli-Juventus. Oppure, ancora peggio, Juventus-Napoli.

Non è un discorso riferito al gioco, alla possibilità di perdere ancora contro la squadra di Allegri. Non si tratta di paura del confronto. Il confronto è necessario, per vincere. Del resto, chi aspira ad essere il migliore deve battere il campione in carica. Oppure fare più punti in un percorso lungo – come il campionato. È una questione di psico-dramma collettivo evitato, di polemiche scongiurate, di tranquillità guadagnata per un ambiente che non riesce a sconfiggere il mostro vestito di bianconero. Anche solo quello potenziale.

Cronologia

Basta tornare indietro di qualche giorno, per capire cosa intendiamo. I “casi” del Napoli in queste quattro settimane del nuovo anno: #MertensaCrotone, #BernardeschiaCagliari, il no di Verdi, Marotta/Politano, #MertensaBergamo, le espulsioni di Bastien e Caccaitore, il fallo di mani di Koulibaly e il rigore generoso fischiato a Callejon contro il Bologna. Tutte situazioni che, direttamente o indirettamente, sono collegate alla Juventus. Alla corsa scudetto, comunque. Perché i casi arbitrali,  “pro-Juve” e “pro-Napoli”,  sono stati ovviamente contestati dalla parte avversa.

Ecco, questo è il punto. Il Napoli sta scivolando, con una settimana di allenamento puro e (forse) di calciomercato, verso il posticipo di Benevento. Dopo aver battuto il Bologna, non con una partita fantastica ma tant’è. Quando invece, con la Juventus nella testa, avrebbe potuto/dovuto sacrificare qualcosa contro i felsinei, e poi anche nel derby di domenica sera contro i giallorossi sanniti. Non parliamo assolutamente di energia fisica, quanto di energia mentale e concentrazione e applicazione mediatica.

Mille temi

Pensate per un attimo al nuovo confronto a mezzo stampa, stavolta diretto, tra Sarri e Allegri. Alle mille domande inutili sul mercato, su Politano, sul duello da qui a fine stagione, sul Var, sulle polemiche, su #MertensaCrotone, #BernardeschiaCagliari, sul no di Verdi (che poi la Juventus non c’entra niente, fin quando non interviene), sul calendario, sulla faida BEL GIUOCO Vs RESULTADISMO (questa la mettiamo in grassetto e maiuscoletto perché sarebbe stata una brutta botta), su Higuain (!), su Sarri che piange e Allegri che forse forse si è sposato con Ambra Angiolini (che noi non c’entriamo niente, ma se la Juventus parla di Verdi noi parliamo di Ambra).

È tutta energia mentale risparmiata, è tutta benzina psicologica che sarà iniettata su Benevento-Napoli. E non è una questione mediatica che riguarda solo il Napoli, basta leggere TuttosportJuventibus per renderci conto che il complesso, ora come mai, è vicendevole. O meglio: sta diventando vicendevole, loro sono avanti perché hanno vinto e stanno vincendo ancora (il Napoli è stato eliminato dalla Coppa Italia e dalla Champions, va detto), ma intanto sono secondi in campionato. Pur avendo messo insieme un punto in più rispetto all’anno scorso. Pur avendo vinto lo scontro diretto.

Contenere lo psicodramma

Al Napoli è rimasto un unico ostacolo mentale, nella corsa alla miglior versione possibile di sé stesso. La Juventus, appunto. L’ideale sarebbe affrontare i bianconeri e batterli, in modo da annientare il complesso. Ma il rischio di una sconfitta, anzi di una pessima ricezione della sconfitta più che del risultato in sé, è ancora troppo grande per questo ambiente. Basti ricordare cosa successe a inizio dicembre, quando il Napoli perse al San Paolo contro i bianconeri e allora iniziò “la crisi”. Nonostante Allegri e Dybala e Higuain fossero ancora dietro in classifica, nonostante quella fosse la seconda (e ultima) sconfitta in campionato del 2017. Si è scritto e parlato di “scorie”, per quello 0-1, fino all’anno nuovo. La realtà dice che – al netto di una Champions già compromessa e della partita con l’Atalanta in Coppa Italia – tutto si è esaurito con il pareggio interno contro la Fiorentina.

Quindi, che dire: ci sarà lo scontro diretto ad aprile, potenzialmente e probabilmente decisivo in chiave scudetto. C’è tempo, abbiamo tempo. Nel frattempo, aver contenuto lo psicodramma anche solo eventuale è una cosa benedetta. Perché la semifinale di Coppa Italia con la Juventus avrebbe inibito i nostri pensieri, che poi magari si pareggiava col Bologna e allora diventava la partita dell’ultima spiaggia, quella che “salva la stagione”. A fine gennaio. Ecco, la sconfitta contro l’Atalanta ha evitato anche questo, insieme a tutto quello che abbiamo letto sopra. Scusate se è poco.

 

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