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L’operazione-Ghoulam del 2014, ovvero un modo per far funzionare il mercato del Napoli

Prima del Napoli, Ghoulam era un laterale sconosciuto del Saint-Etienne. Qualora non si riuscisse ad acquistare un calciatore “sicuro”, perché non fare una scommessa dall’estero?

L’operazione-Ghoulam del 2014, ovvero un modo per far funzionare il mercato del Napoli
Ghoulam al Saint-Etienne

Un esempio pratico

Jérôme Roussillon compirà 25 anni a gennaio, è il terzino sinistro titolare del Montpellier, settima squadra della Ligue 1. È francese ma ha origini di Guadalupa, è stato schierato 13 volte su 17 da titolare, ha segnato un gol e servito due assist decisivi. Perché vi parliamo di lui? Perché in questo momento è il calciatore che più si avvicina, come caratteristiche tecniche e di età, a ciò che era Faouzi Ghoulam prima di arrivare al Napoli.

Quando nel gennaio 2014 il Napoli acquista Ghoulam per 5.5 milioni di euro, nessuno sa di chi si tratta. Tranne Rafa Benitez e Riccardo Bigon, coloro che hanno curato l’operazione. Ghoulam arriva in azzurro forte di un’esperienza di quattro anni nella prima squadra del Saint-Etienne, di un’affermazione lenta ma progressiva. Ha 23 anni da compiere, non è proprio un vero terzino, più che altro è un esterno mancino prestato al ruolo di laterale difensivo. Fin dall’inizio denuncia questa sua condizione di adattato, servirà tempo a Benitez e poi a Sarri per sgrezzare un calciatore tatticamente adatto a sviluppare entrambe le fasi di gioco. Però è successo, eccome se è successo: all’inizio di questa stagione, a 27 anni da compiere, Ghoulam è uno dei migliori terzini d’Europa. Interpreta il ruolo in chiave moderna, non denuncia più i vecchi, enormi limiti in copertura. È un calciatore che si è evoluto, che è cresciuto, che potenzialmente potrebbe fruttare una plusvalenza gigantesca.

Immagina, puoi

Ecco: a parte due anni in più, non ci sarebbero grandi differenze tra il Ghoulam del 2014 e il Roussillon del 2018. Non conosciamo bene il terzino del Montpellier, abbiamo cercato su Transfermarkt un calciatore che rispondesse alle nostre richieste: terzino sinistro, titolare in una squadra di seconda-terza fascia in Ligue 1, con un’anagrafe futuribile.

Ora, immaginiamo per un attimo lo scenario di gennaio prossimo venturo, ovvero tra quindici giorni. Il Napoli ha bisogno di un terzino, Vrsaljko resta a Madrid e allora Giuntoli e De Laurentiis acquistano Roussillon. La reazione del pubblico sarebbe da riprendere con le telecamere nascoste, sarebbe divertentissimo verificare gli umori dei tifosi del Napoli verso un nuovo acquisto prospettico. Quando invece sarebbe giusto pensare che Roussillon rappresenti un’operazione “temporanea”, che serve appunto per “temporeggiare” in attesa del ritorno di Ghoulam. E per poter cercare di bilanciare il rendiconto tecnico ed economico del calciomercato. Le operazioni che deve fare il Napoli, insomma, per continuare a crescere. Non distanti da quelle fatte per Koulibaly, per Jorginho, per Hysaj. 

De Laurentiis

È un discorso sensato, non distante da quello fatto da De Laurentiis con Il Mattino. Vrsaljko è un acquisto che offre determinate garanzie, e che per questo sarebbe particolarmente aderente al progetto-Napoli. L’abbiamo scritto anche noi, qui. Ma non è detto che possa arrivare, c’è un club importante da convincere e che non vorrebbe privarsi di un’alternativa nel bel mezzo della stagione.

Anche per questo, il Napoli deve rivolgere il proprio sguardo anche a un certo tipo di mercato. Quello della scoperta, della scommessa. Ancora, nonostante l’ultima operazione di questo tipo (Ounas) non abbia centrato perfettamente gli obiettivi. Lì però c’entrano altre situazioni, se ci pensiamo: la presenza di calciatori come Insigne, Mertens, Callejon, la loro intoccabilità, il loro impatto. Diverso è il discorso di Rog, per esempio: 23 anni da compiere a luglio e la certezza di un futuro radioso, forse un po’ “bloccato” dall’idea di Sarri rispetto al turn over. Per carità, Allan e Zielinski (altro doppio esempio) offrono sicurezze diverse rispetto al giovane croato, comprendiamo (anche se non condividiamo del tutto) l’idea del tecnico rispetto all’utilizzo centellinato di Rog.

Però, come dire: il croato è un esempio di mercato fatto nel modo che serve al Napoli. Quando non puoi – per questione di liquidità, o di tempo della trattativa – arrivare a un nome sicuro, bisogna osare. Anche rischiare. Con i Roussillon, i Rog, gli Ounas, gli Allan e i Zielinski. I Koulibaly, dal Racing Genk. Forse è lui l’esempio massimo. I campioni si formano e/o si scovano, non è che si comprano e basta. 

Lo scouting

Legandoci a questo discorso, chiudiamo con un’ultima riflessione. Quella sullo scouting internazionale: Ghoulam e Koulibaly sono arrivati durante la gestione Benitez, esattamente come Mertens e Callejon e Albiol. Negli ultimi due anni, invece, due soli arrivi dall’estero – Marko Rog, Adam Ounas più Giaccherini dal Sunderland. Poi, tutte operazioni interne.

Ecco, in questo senso vorremmo invitare il Napoli a guardare di nuovo verso l’estero. A credere di più, un’altra volta, nelle operazioni condotte fuori dall’Italia. Non è una questione di dimensione del calciatore, anzi noi crediamo che i colpi veri siano Ghoulam e Koulibaly e non Mertens, Callejon o Albiol. I giovani da costruire valgono molto di più dei calciatori già affermati. Proprio per questo, applaudiremmo ancora più forte un Napoli in grado di scandagliare il mercato internazionale alla ricerca dei calciatori che servono a tappare i buchi di un organico completo ma limitato dagli infortuni.

Roussillon era una provocazione, ma ci sono altri nomi in giro per l’Europa: Amavi del Marsiglia, Willems dell’Eintracht, Caricol dell’Espanyol, Castro del Celta Vigo. Profili perfetti per il Napoli, adatti a questa squadra e al suo progetto. Potenzialmente non pronti per la lotta scudetto, forse. O forse no, perché il lavoro del campo ha portato Ghoulam e Koulibaly a vette d’eccellenza. Con Benitez, proprio con Sarri. Si può fare.

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