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Sacchi: «Imperdonabile l’esclusione di Insigne, il Napoli di Sarri è un esempio»

L’intervista di Sacchi al quotidiano spagnolo As: «In Italia manca la cultura della bellezza, il Napoli di Sarri però ha un’identità».

Sacchi: «Imperdonabile l’esclusione di Insigne, il Napoli di Sarri è un esempio»

L’intervista ad As

Arrigo Sacchi ha lavorato in Spagna, a Madrid. Due cicli diversi, in panchina con l’Atletico e dietro la scrivania col Real. Insomma, per il calcio iberico Sacchi rappresenta qualcosa. Anche per questo, forse, Asha deciso di intervistare proprio lui dopo la clamorosa eliminazione dell’Italia dai Mondiali. Sacchi parla di tutto un po’, ma alla seconda domanda chiama già in causa il Napoli, citando Lorenzo Insigne. Leggiamo: «Per me Ventura ha sbagliato molte cose. Doveva schierare Insigne dall’inizio, era l’uomo più in forma e potenzialmente decisivo».

Sul sistema di gioco: «Il suo 3-5-2 era in realtà un 5-3-2. In Italia non esiste una squadra che gioca con cinque difensori. Il Milan schiera tre centrali, ma anche due fluidificanti sugli esterni. Il Ct ha fatto buone cose, ha chiamato alcuni calciatori giovani, ha ricercato la bellezza. Ma la sua prudenza finale e il mancato utilizzo di Insigne non hanno giustificazioni. Ha anche sbagliato nella scelta delle posizioni di alcuni calciatori, schierati in ruoli diversi rispetto ai loro club».

Il Napoli di Sarri

Poco dopo, secondo riferimento al Napoli. Stavolta si parla della squadra, la domanda verte sui tanti gol segnati nel campionato italiano (primo tra le cinque leghe top per media gol), e Sacchi risponde così: «Il calcio sta cambiando, e anche noi cerchiamo di praticare un gioco diverso, più offensivo, per dare entusiasmo ai tifosi. Il Napoli di Sarri è un esempio. L’anno scorso è arrivato terzo in classifica, e in Italia è un disastro perché la mentalità diffusa considera un fallimento arrivare anche secondi. Si tratta di una squadra che ha un’identità, in un paese che non ha cultura del calcio e della bellezza. Come il mio Milan alla fine degli anni Ottanta».

 

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