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Mario Rui, una giocata da favola e quei minuti con tre terzini in campo

Hysaj, Maggio e il portoghese in campo nel finale; la ruleta con tunnel di tacco sulla fascia laterale; l’ultima trovata di Maurizio Sarri.

Mario Rui, una giocata da favola e quei minuti con tre terzini in campo

È Mario Rui

Minuto 87:43. Helseid Hysaj avanza, palla al piede, sulla fascia sinistra. Dall’altra parte c’è Maggio e i tabelloni luminosi mostrano già il risultato che sarà, poi, quello finale. Fred sale a contrastare la sua avanzata, costringendolo alla giocata. Scarico, dribbling o retropassaggio. Sulla sua sinistra, quasi a lambire la linea di fallo laterale, c’è un compagno di squadra, accorso ad offrire una linea di passaggio facile e pulita. È Mario Rui.

Il portoghese è entrato in campo pochi secondi prima, al posto di Piotr Zielinski, esausto. L’azione continua, accompagnata da un boato d’estasi del San Paolo semideserto. Ma, fermiamoci un attimo. Ci sono tre terzini in campo? Contemporaneamente? In Champions League? Ricordo d’essermi soffermato qualche attimo di troppo su questo particolare, non dando la giusta attenzione alla giocata che si è giustamente guadagnata l’ovazione dei presenti. Eppure, nei giorni dopo l’ufficialità della rottura dei legamenti crociati del ginocchio destro di Faouzi Ghoulam, la piazza partenopea – o buona parte – era caduta nel baratro fatto di “come faremo ora?”.

L’esperimento

Ci si può sentire ancora in emergenza. È lecito. Ognuno può sentirsi come preferisce. Intanto lui fa queste cose. A freddo.
La verità è che era necessario aspettare che il calcio facesse il suo corso. E che Mister Maurizio Sarri trovasse la quadra migliore. Personalmente, qualche attimo dopo l’ovazione per la giocata funambolica di Mario Rui, ho ripensato subito ai suoi numeri (che vi raccontammo qui). Potrei dirvi il più classico del “ve l’avevo detto” ma eviterò.

Piuttosto, ripenso ai tre terzini in campo, contemporaneamente. Sembra essere una chiarissima risposta a chi gli ha chiesto una soluzione al “problema Ghoulam”. Con gli ultimi minuti di Napoli-Shakhtar, Sarri ha raggiunto tre obiettivi in un colpo solo: ha dato fiducia a tutti i suoi terzini, ha portato al minimo la differenza degli indici di titolarità di Maggio, Hysaj e Mario Rui e, infine, ha dato vita all’ennesimo esperimento tattico. Che, per quanto ne sappiamo, potrebbe rivelarsi anche un successo, risultando un’arma in più inaspettata per il Napoli post-Ghoulam. I tre terzini in campo contemporaneamente, sono la manifestazione più pura del calcio sarriano, costruito su tre semplici keywords: controllo, adattamento, evoluzione.

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