Oggi c’è l’incontro Pecoraro-Adl, ma dall’inchiesta emergono rapporti (indiretti) tra personaggi vicini ai clan e i soli calciatori: questa è la differenza col caso-Juventus.
Differenze
Oggi ci sarà il nuovo confronto Pecoraro-De Laurentiis, l’argomento sono i biglietti omaggio per le partite del Napoli destinati a personaggi legati ai clan della camorra. La Gazzetta dello Sport scrive dell’appuntamento e dell’indagine, condotta dalla Dia e coordinata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, uno dei due pm (insieme con Giuseppe Narducci) che diedero il via all’inchiesta di Calciopoli.
Secondo quanto riportato dalla rosea, dai documenti emergerebbe chiara la differenza con il recente e similare caso-Juventus. I dirigenti del Napoli, De Laurentiis in primis, sarebbero completamente esclusi da questa dinamica. Non c’è il loro coinvolgimento. Perché i rapporti con gli imprenditori Esposito (coppia di fratelli posillipini legati ai clan secondo l’accusa) farebbero riferimento esclusivamente ai calciatori del Napoli. Sulla natura di queste conoscenze sta indagando la Procura, ma con De Laurentiis «si chiuderà probabilmente il cerchio dell’indagine sportiva».
Pecoraro in Antimafia
A distanza di 24 ore, Pecoraro sarà sentito anche dalla Commissione Antimafia. È facile immaginare che il procuratore ragguaglierà la Commissione in merito agli sviluppi dell’inchiesta napoletana. La Gazzetta, in ogni caso, non si fa sfuggire il racconto “positivo” di De Laurentiis, definito «fra i dirigenti più duri nella denuncia di uno stato di impotenza dei club di fronte alle infiltrazioni da stadio». Questo atteggiamento, fondamentalmente, fa la differenza con il caso Juve-Agnelli-Ndrangheta.