Napoli-Inter, una sfida nella sfida: il centravanti classico eppure moderno, Maurito Icardi, contro l’incarnazione del nuovo gioco del Napoli, Dries Mertens.
Ciò che poteva essere
Chi segue Il Napolista lo sa, da sempre. Se mai avessimo avuto un minimo di potere sulla campagna acquisti del Napoli, l’avremmo utilizzato tutto per una sola operazione mancata. Mauro Icardi al Napoli. Estate del 2016, Higuain alla Juventus e Napoli alla ricerca di un centravanti. Per tanti motivi (tattici, tecnici, narrativi, persino di glamour), nessuno è mai riuscito, nella nostra mente, solo ad avvicinarsi a Mauro Icardi.
Era una specie di feticcio, un argomento di conversazione continuo e ripetuto, in redazione. Abbiamo accarezzato l’idea della maglia azzurra sventolata sotto la Tribuna Posillipo, con Wanda Nara in tribuna a palpitare d’amore e noi a guardare un poco lei e un poco Maurito in campo, perfetto nel meccanismo di Sarri prima del centravanti alla Mertens. Quello che poteva essere, quello che è stato. Alla fine, Icardi è rimasto a Milano e ha firmato un super rinnovo di contratto. Con blindatura annessa. Dopo un po’ si è saputo che, prima di venire a pagare la clausola di Higuain, la Juventus aveva pensato a lui. Chiamali fessi…
Cioè che è stato
La fortuna ha tradito un altro amore improvviso dei napoletani, Arek Milik. Poi si è palesata di nuovo, con gli interessi di Dries Mertens. Che, un giorno all’improvviso (mò ci vuole), è diventato centravanti. Ma non falso nueve, assolutamente no, centravanti vero. Centravanti cazzuto, fortissimo, completo no perché completo è Icardi – ma Icardi ha il fisico per poterlo essere -, mentre Mertens comporta un modo di giocare diverso, forse più bohemién ma anche mortalmente efficace.
Il Napoli ha preso a giocare in modo da favorire il piccoletto belga, noi non è che ci siamo accontentati o rassegnati perché figurati -39 gol in un anno da centravanti festeggiato proprio in questi giorni -, però ci resta solo un po’ il cruccio dell’ipotesi. Ovvero: cosa sarebbe stato il Napoli di Sarri con Icardi?
Ciò che sarebbe stato
Una domanda cui possiamo rispondere solo con le fantasie tattiche. Qui, qualche tempo fa, Alfonso Fasano ha spiegato come Mertens gioca da attaccante nel Napoli e quindi come gioca il Napoli con Mertens. Avesse messo Icardi al posto di Higuain, il Napoli sarebbe stato squadra più simile a quella di quando c’era LVI, nel senso di Higuain.
Icardi è un centravanti che sa interpretare il ruolo nel modo che gli proponi, perché sa dialogare con la squadra ma anche essere riferimento avanzato e basta, terminale offensivo duro e puro, perfino prima punta che allunga i reparti, come gli chiede Spalletti. Cosa che con Sarri non sarebbe mai potuta avvenire, il gioco del Napoli è pensato per tenere compatte le linee, ma Icardi saprebbe fare anche questo. E poi avrebbe segnato tanto, ma tanto davvero, perché se l’Inter di oggi offre al suo centravanti una media tiri per partita di 2.9, il Napoli ne offre 4 a Mertens. Ai tempi di Higuain, ne offriva 5.2 al Pipita. Per dire.
Ciò che è
Oggi, Icardi e Mertens (accanto a Dzeko, nel momento di down di Higuain) sono la rappresentazione perfetta del centravanti possibile. Due calciatori che in un calcio anacronistico, quello delle coppie d’attacco composite, potrebbero convivere tranquillamente. Ma che però, per rendere, hanno bisogno di supporti laterali di un certo livello. Non a caso, sia il Napoli che l’Inter utilizzano moduli di gioco pensati per esaltare la qualità dei vari Insigne, Perisic, Callejon, Candreva. Come dire: se Mertens e Icardi fanno gol, è anche merito della forza dei compagni.-
Domani ci sarà la sfida nella sfida, che in realtà sorride a Icardi. Mertens, nello scorso campionato, non ha segnato ai nerazzurri. All’andata era assente per squalifica, al ritorno bastò un gol di Callejon. Tra l’altro, il belga è a digiuno contro l’Inter addirittura dal dicembre 2013, dal famoso 4-2 che incorniciò il gioco dei doppi ex Mazzarri e Benitez. Un’era geologica fa. Per Icardi, invece, meno di due anni di digiuno contro il Napoli: tre gol segnati, uno nel girone di ritorno 2014/2015 e uno nella partita che consegnò lo scudetto 2016 alla Juventus, Inter-Napoli 2-0. Era l’Inter di Mancini, un’altra era geologica fa. Vediamo come andrà domani sera, sarà bello e affascinante giocare anche la partita dei centravanti.