Piaccia o meno, con il suo Processo, Biscardi ha inventato un genere televisivo destinato a non esaurirsi mai. Che ha avuto anche i suoi lati oscuri
La moviola in campo
Che piaccia o meno, Aldo Biscardi è stato un innovatore del giornalismo televisivo. Il suo Processo del Lunedì ha modificato il modo di fare giornalismo in tv, e non solo nell’ambito calcistico. Ha portato il talk-show, andando oltre Maurizio Costanzo i cui prodotti erano comunque elitari. Aldo Biscardi ha prodotto un format popolare ed è riuscito a far parlare di pallone le grandi firme del giornalismo italiano (citiamo per brevità Gianni Brera e Vladimiro Caminiti), oltre a tutti i politici italiani, Carmelo Bene e tanti altri. Non c’è trasmissione sportiva, oggi, che non sia copia sbiaditissima del suo Processo.
Poi si potrà e si può discutere di questo modo di fare giornalismo. Ma tutto nasce con lui. Una carriera lunghissima, ripercorsa anche in quest’intervista – concessa a Dagospia – che abbiamo riportato. Con alti e bassi. Con momenti grigi, come la moviola eterodiretta da Luciano Moggi.
Oggi, in piena tempesta Var, non possiamo non ricordare la battaglia politica che da sempre ha condotto Aldo Biscardi, quella per la moviola in campo. Anche quella una battaglia popolare, come conferma il sondaggio di oggi del Corriere dello Sport: il 60% degli intervistati è favorevole al Var, il 3% è contrario, il 25% non sa, il 17% ha dei dubbi.
Certo, come detto, non dimentichiamo il dark side delle influenze e delle contaminazioni, i processi quelli veri e la sospensione dall’Ordine dei giornalisti per presunte pressioni subite da Luciano Moggi. Durante il Processo, la posizione di Biscardi è stata ritenuta irrilevante, riabilitando l’immagine di quello che era, a tutti gli effetti, un mostro sacro del giornalismo televisivo. Che ha inventato un genere destinato, probabilmente, a non esaurirsi mai. E che una volta, per difendersi da una querela, in tribunale disse: “Ma davvero credete che il Processo sia una trasmissione seria? È intrattenimento». Addio ad Aldo Biscardi, maestro del giornalismo televisivo.