ilNapolista

Strinic: «Sarri è un freddo, ho scelto la Sampdoria per sentirmi di nuovo un calciatore»

L’intervista di Ivan Strinic al SecoloXIX: «Mi sono allenato da solo a Napoli per una ventina di giorni. Con Giampaolo c’è tutto un altro ambiente».

Strinic: «Sarri è un freddo, ho scelto la Sampdoria per sentirmi di nuovo un calciatore»

L’intervista al SecoloXIX

Ivan Strinic ce l’ha un po su con il Napoli, con Sarri, con la situazione che si era creata rispetto alla sua permanenza in azzurro. Niente di clamoroso, nessun attacco personale o con torce e forconi. Il civile astio si percepisce, però, magari leggendo l’intervista rilasciata dal terzino croato al SecoloXIX stamattina in edicola. Prima domanda, prima risposta: «Mi sto allenando con la Sampdoria solamente da due settimane, in precedenza mi sono allenato da solo a Napoli per una ventina di giorni. E questo periodo ha sicuramente influito sulle mie condizioni fisiche attuali, ancora non ottimali».

E poi la storia delle presenze, del Sarri uomo freddo, della necessità di giocare piuttosto che di guadagnare solo lo stipendio: «Ho giocato 9, 5 e 12 partite lungo le tre stagioni della mia esperienza a Napoli. Ho scelto la Sampdoria per ricominciare, per rivivere le emozioni del calciatore. Non sono andato a Napoli per stare in panchina e guardare il mio conto in banca. Ho aspettato la mia occasione Sarri mi ha concesso qualche chance, ogni tanto. Ma non mi ha mai dato la continuità di quelle 6-7-8 partite di fila, necessarie per dimostrare qualcosa. Eppure ogni volta che giocavo le critiche e i giudizi erano positivi. Ma Sarri è fatto così, anche dal punto di vista umano è decisamente freddo. Qua, con Giampaolo, è tutto un altro ambiente. Ci sto bene».

Qualcosa di buono

Ci sarà qualcosa di buono nell’esperienza napoletana di Strinic? Il gioco, quello sì. Leggiamo: «In questo calcio velocissimo il terzino, come gli altri giocatori, deve sapere giocare a un tocco. E quindi deve essere tecnicamente molto bravo. L’esempio è il Napoli di Sarri, gioca rapidissimo a un tocco fino agli ultimi quindici metri. Poi lì, e solo lì, si fanno concessioni alla fantasia e all’inventiva. Anche questa esperienza è formativa. Il mio istinto adesso è sempre quello. Gioca veloce, gioca a un tocco». Se ne gioverà Giampaolo, a noi Strinic non è mai dispiaciuto. Voleva giocare, è stato accontentato. In bocca al lupo.

ilnapolista © riproduzione riservata