Non esiste un problema Var riferito al cronometro di gioco: le partite di Serie A hanno tempi di palla in gioco simili a quelli degli ultimi anni.
Critiche preventive
Una delle resistenze preventive all’introduzione del Var è stata quella riferita al tempo di gioco. Che, secondo i detrattori della prima ora, sarebbe (ulteriormente) diminuito a causa delle interruzioni per visualizzare i replay in campo. Bene, neanche questo è avvenuto. Il Var non ha inficiato questa parte importante del calcio. Lo spiega Calcio&Finanza in un’interessante analisi pubblicata oggi. In cui si evidenzia che il nuovo strumento non ha modificato le percentuali di tempo effettivo in relazione alla durata di una singola partita. Sotto, i dati di queste due prime giornate a confronto con quelli riferiti alle precedenti stagioni.
Un altro dato importante: la partita con il peggior rapporto percentuale tra tempo di gioco e tempo effettivo (Sassuolo-Genoa, 41′ con la palla in gioco su 95′ totali) non è stata mai fermata per un episodio rivisto al Var. Al contrario, la partita con il tempo effettivo più alto è stata Bologna-Torino, con il 63%. Ovvero uno dei match più discussi causa utilizzo del Var. Sotto, i dati partita per partita.
Insomma, un altro colpo a tutti i critici del Var. Che resta una tecnologia rivoluzionaria per il calcio, ma che ha dimostrato di saper/poter funzionale per l’obiettivo per cui è stata predisposta: assistere gli arbitri per gli episodi eclatanti e sfuggiti all’occhio di un essere umano. Al netto delle parole di Buffon, la sperimentazione prosegue in maniera convincente. Anche dal punto di vista del tempo. Con buona pace dei critici preventivi.